Genova. La questione del Carlo Felice è nota ed estremamente delicata. I riflettori di molti media nazionali sono puntati sulla crisi di questo storico teatro genovese, richiamando l’annoso tema dei pochi investimenti sulla cultura compiuti dal nostro paese. Oltre questi dibattiti e queste discussioni, rimangono però in gioco i destini e le vite di molti professionisti. Le negoziazioni ormai avviate da tempo, non riescono però a ottenere esiti condivisi. Le tre principali sigle sindacali hanno dato avvio al cosiddetti contratti di solidarietà, che hanno ricevuto lo scontato plauso di Renzo Fossati, direttore dello staff del Carlo Felice, il quale è arrivato a parlare di “modello Carlo Felice” che potrebbe interessare anche altri teatri nel territorio nazionale.
Questa soluzione però è stata fermamente rifiutata dal sindacato autonomo Snater, che, per voce di uno dei suo esponenti Roberto Conti, può contare all’interno del teatro genovese fino a 150 aderenti. Queste le sue parole: “Noi andiamo avanti per la nostra strada. Finiremo le nostre consultazioni e renderemo noto l’esito”. Insomma i destini del teatro e delle persone che ci lavorano sembra tutt’altro che definito.