Genova. Una telecamera interna all’abitazione ha ripreso per intero la drammatica sequenza dell’omicidio di Cristina Marini, 72 anni, uccisa ieri intorno alle 12 dal marito Gian Paolo Bregante, 74 anni, nella cucina nell’appartamento della coppia.
Nel video si vede la lite tra i coniugi, poi Bregante che si sposta in un’altra stanz e prende l’arma legalmente detenuta. L’uomo a quel punto torna in cucina e spara alla moglie uccidendola sul colpo. Bregante ieri è stato a lungo interrogato dal pm Stefano Puppo: ha raccontato quella che è al momento è l’unica versione dei fatti.
Ovvero che i rapporti con la moglie negli ultimi tempi si erano molto deteriorati a causa delle condizioni di salute della donna. Marini viveva uno stato di profonda depressione – ha detto Bregante – e rifiutava di curarsi e di farsi seguire da uno specialista e con lui era spesso “incattivita” e talvolta “aggressiva”, queste le parole usate dall’omicida per spiegare ai carabinieri e al pm il terribile epilogo.
Ha raccontato che il medico di base le aveva prescritto dei farmaci ma lei a un certo punto aveva smesso di prenderli perché diceva di stare bene. Le verifiche degli investigatori confermano che non ci sono precedenti denunce per i problemi all’interno della coppia né da parte della vittima né da parte dello stesso Bregante.
Ieri l’uomo era andato a giocare a carte al circolo Pescatori ed era rientrato per il pranzo. Al pomeriggio lui e la moglie avrebbero dovuto tenere i nipotini. Il figlio della coppia Righel Bregante, invece, ha ricevuto una telefonata dal padre: “Ho fatto una fesseria, vieni qui”.
Ha capito che si trattava di una cosa seria ed è corso in via Antica Romana 136. Ha visto il padre seduto sull’uscio che nel frattempo aveva chiamato anche i carabinieri. Il figlio, 50 anni, ha confermato ai militari che fra i genitori c’era qualche problema, ma non avrebbe mai potuto immaginare un esito così tragico.
Eppure per i vicini di casa e i conoscenti Bregante e Marini erano una bella coppia che stava insieme da 53 anni, sempre sorridenti e con la passione dei viaggi. A febbraio avevano fatto un lungo viaggio in Kenya. I carabinieri, coordinati dalla Procura di Genova, hanno sequestrato il video, i farmaci trovati in bagno oltre ad alcuni vestiti di Bregante per tentare di ricostruire nei dettagli la dinamica del delitto.
Bregante, difeso dall’avvocato Sara Bellomo, ora si trova in carcere ed è accusato di omicidio volontario. Stamattina si è tenuta l’udienza di convalida che ha confermato la misura della custodia cautelare in carcere