Genova. La sentenza per il patteggiamento di Giovanni Toti, Aldo Spinelli e Paolo Signorini sarò fissata negli ultimi giorni di ottobre, dopo le elezioni regionali del 27 e 28. Lo si apprende da fonti di palazzo di Giustizia. La data potrebbe essere quella del 29 ottobre ma il giudice Matteo Buffoni formalmente non ha ancora fissato l’udienza. Il ritardo sarebbe dovuto a un accumulo di udienze già fissate visto che anche l’ufficio del gip soffre – come ogni altro piano del Tribunale di Genova – di una cronica carenza di organico.
Come noto, con il consenso della Procura l’ex presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha chiesto di patteggiare la pena di due anni e un mese convertiti in 1500 ore di pubblica utilità Per lui l’accusa, che riguarda i favori ad Aldo Spinelli per le pratiche relative alle aree portuali e a Francesco Moncada per la velocizzazione dell’iter relativo al progetto del nuovo supermercato Esselunga di Sestri ponente, è di dire aver accettato utilità asservendo la sua funzione pubblica e i suoi poteri agli interessi dei privati. La nuova formulazione dell’articolo 318 del codice penale non parla di “atti” specifici, né leciti né illeciti perché riguarda proprio l’asservimento generico di una funzione pubblica dietro pagamenti indebiti .
L’accordo con la Procura prevede anche la confisca di 84mila euro al comitato Toti che sono il frutto del reato.
A Toti però probabilmente i pm contesteranno anche la corruzione con l’imprenditore Luigi Alberto Amico, che potrebbe far salire la pena di qualche mese e anche la confisca Totale
Lo stesso accadrà con Aldo Spinelli, che ha chiesto di patteggiare 3 anni e due mesi . Non andrà in carcere e potrà chiedere subito dopo la sentenza al Tribunale di sorveglianza l’affidamento in prova ai servizi sociali. A lui saranno confiscati 470mila euro. Spinelli, così come Paolo Signorini è accusato anche di corruzione “propria” (articolo 319) per l’occupazione abusiva dell’area ex Carbonile, la cui legittimazione da parte dell’ex presidente del Porto (che ha chiesto di patteggiare 3 anni e 5 mesi con la confisca di 103mila euro) costituisce un atto “contrario” ai doveri d’ufficio.
Il tutto però dovrà essere ratificato dal giudice con la sentenza e il giudice potrebbe anche giudicare la pena non congrua e mandare quindi uno o tutti gli imputati a processo.