Recensione

I creditori: al Duse l’attualità sconvolgente di un’opera del 1888 sui rapporti di potere nell’amore

Applausi prolungati del pubblico per il testo di August Strindberg interpretato da tre bravi attori con la regia di Veronica Cruciani

Genova. Tanti applausi, prolungati, meritati nella replica del 22 marzo, da sorprendere quasi i tre interpreti sul palco del Teatro Duse.

Piace I creditori di August Strindberg, opera del 1888, ma di un’attualità che sconvolge: il conflitto tra uomo e donna, i rapporti di potere, la manipolazione psicologica ci dimostrano che le logiche e i meccanismi del comportamento umano sono sempre uguali e sono applicabili a chiunque indipendentemente dal genere. Il tutto è condito da un testo recitato davvero molto bene, che rappresenta un esempio di perfetto meccanismo teatrale che tiene il pubblico sulla corda sino al finale.

I tre attori non sono mai insieme sul palco e si comincia con Rosario Lisma (Adolf) e Graziano Piazza (Gustav) nel bel mezzo di una conversazione che va avanti da giorni. In una stanza di hotel sulla spiaggia Adolf, artista, è in piena crisi. È sposato con Tekla (Viola Graziosi), la ama, ma dopo aver passato del tempo con Gustav a poco a poco si sono insinuati in lui dubbi sulla loro relazione. Come un fine psicologo, Gustav gli consiglia di mettere alla prova la donna, una scrittrice molto indipendente, che lasciato il marito più anziano di lei, si è messa con Adolf, molto più giovane. Il confronto tra marito e moglie mostra quanto Tekla riesca a influenzare e a soggiogare Adolf, ma è solo nella terza parte dell’ora e mezza di spettacolo che il cerchio si chiude e si disveleranno le vere motivazioni di Gustav in un incontro-scontro con Tekla.

Tre visioni del mondo diverse, tre personalità con idee dissimili e una donna, Tekla, che, vestita di arcobaleno e con abiti molto più moderni dei due uomini (i costumi sono di Erika Carretta), evoca un’emancipazione sociale e mentale. L’amore tossico vede Adolf pronto ad annullarsi per restare con la sua amata e Tekla che ha necessità del mondo di Adolf e delle sue amicizie per emergere a livello personale e professionale. Gustav, invece, è animato dalla vendetta.

La regia di Veronica Cruciani (che ha curato anche l’adattamento) parte quasi suggerendoci che Gustav sia quasi una figura nella mente di Adolf, un elemento della personalità che lo richiama a tornare quello che era prima di mettersi con Tekla. A non tornarne in balia. Parecchie le battute in cui emerge una certa misoginia, ma Cruciani è riuscita a far emergere il suo intento di critica alla disuguaglianza di genere e all’ipocrisia.

Tutti hanno una situazione psicologica complessa e irrisolta, che viene amplificata dalle musiche di John Cascone, con percussioni ed elettronica che rimbombano in sala, corroborate dalle luci di Gianni Staropoli. Belle le scenografie di Anna Varaldo, sui toni chiari come ci si attende in una località balneare, ma anche di una leggerezza che ricorda appunto atmosfere oniriche.

Bravissimi, come già detto, gli attori: Rosario Lisma è credibile nel suo allucinato e quasi folle percorso,

Repliche sino al 28 marzo. Biglietti da 14 a 30 euro. Inizio spettacoli ore 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16.

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