Iter

Fine vita, in Liguria la proposta di legge sarà discussa in commissione la settimana prossima

Pastorino (Linea Condivisa): "Sorpreso dalla decisione dell'Emilia Romagna che ha saltato il consiglio regionale"

Medico assistenza

Genova. La proposta di legge sul fine vita in Liguria sarà discussa lunedì 19 febbraio in commissione Salute. Ad annunciarlo è il vicepresidente Gianni Pastorino, consigliere di Linea Condivisa e primo firmatario del testo sul suicidio medicalmente assistito proposto insieme all’associazione Luca Coscioni.

“Fino a oggi il dibattito all’interno degli organi del Consiglio è stato corretto, costruttivo e positivo – spiega Pastorino -. Un confronto su un tema che mi vede particolarmente convinto quello di dare seguito alla sentenza della Corte Costituzionale numero 242 del 2019 (il caso Cappato-Antoniani) ma, allo stesso tempo, apre a molte perplessità in altre persone. Personalmente credo che, quando esiste un diritto che è stato stabilito dalla Corte Costituzionale con sentenza non appellabile, modificabile o altro, sia necessario disciplinare un percorso che renda esigibile quel diritto. Se così non è e bisogna continuamente rivolgersi alla magistratura vuol dire che qualcosa non funziona”.

Il testo, firmato da tutti i consiglieri d’opposizione eccetto Pippo Rossetti (Azione), prevede l’istituzione di una commissione medica multidisciplinare permanente istituita dalle Asl con un’équipe si specialisti che incontrano il paziente interessato al trattamento. Il procedimento di verifica dovrà concludersi entro venti giorni dalla presentazione dell’istanza: in caso di esito positivo, viene prescritto un farmaco letale. I requisiti per l’accesso al suicidio assistito sono quelli stabiliti dalla Corte costituzionale: la persona deve essere affetta da una patologia “irreversibile” con sofferenze fisiche o psicologiche reputate intollerabili e “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”, ma anche “pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”, esprimendo il suo proposito in modo “libero e autonomo, chiaro e univoco”. Maggiori dettagli qui.

La Liguria avrebbe potuto candidarsi ad essere la prima regione a varare una normativa sul tema, ma l’Emilia Romagna ha giocato d’anticipo saltando la discussione in consiglio regionale con una delibera di giunta ad hoc, nonostante la maggioranza di centrosinistra. Le opposizioni adesso minacciano un ricorso al Tar e pure l’associazione Luca Coscioni ha chiesto a Bonaccini di avere il coraggio di discutere la legge in aula.

“Visto che ho deciso che questo non può essere un tema ‘da stadio’ ma di vero confronto, rimango sorpreso dalla decisione dell’Emilia Romagna di affrontare l’argomento con delibera di giunta sottraendo la discussione alla sua sede naturale, cioè il Consiglio regionale”, commenta Pastorino. La delibera emiliana istituisce un comitato etico con medici e giuristi e fornisce linee guida precise alle aziende sanitarie sul suicidio medicalmente assistito.

“Credo che per disciplinare il percorso previsto dalla sentenza numero 242 sia necessaria una legge regionale e non un atto amministrativo come la delibera di giunta – conclude Pastorino -. Una scelta che non condivido nel metodo che va ad alimentare tutte quelle perplessità e ambiguità a cui abbiamo assistito in questi anni e che hanno determinato l’incapacità del Parlamento italiano di affrontare questa materia”.

In Liguria il presidente Giovanni Toti ha annunciato il suo voto a favore e ha auspicato la libertà di coscienza per le forze politiche di maggioranza. Alcuni consiglieri di centrodestra hanno già annunciato il loro sì. Oltre agli 11 voti della minoranza – in attesa che Rossetti chiarisca la sua posizione – ne servono altri cinque perché la legge venga approvata.

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