Buone chance

Fine vita, in Liguria primi sì alla legge anche dal centrodestra. Toti: “Voterò a favore”

Il presidente: "No a diktat di partito, sia garantita libertà di coscienza". Il leghista Brunetto: "Da uomo e da medico sono favorevole"

giovanni toti

Genova. “Sul tema delicato del fine vita personalmente anche io, come il governatore Zaia, voterei a favore ma sulle questioni etiche a ognuno deve essere garantita piena libertà e pertanto ritengo non debbano esserci rigide discipline o diktat di partito“. È l’apertura del presidente ligure Giovanni Toti sulla proposta di legge per il suicidio medicalmente assistito presentata dall’opposizione ma sostenuta anzitutto dall’associazione Luca Coscioni che oggi, presentando il testo alla stampa, ha lanciato un appello alla “convergenza di tutte le forze politiche” dopo la spaccatura che ha frenato l’approvazione in Veneto.

“Credo sia arrivato il momento, anche per la politica, di esprimersi su una questione che ha ancora confini giuridici poco chiari. Quello del fine vita è un tema tanto sensibile quanto reale, quindi sono favorevole al fatto che la discussione arrivi anche in Consiglio regionale pur considerando che dovrà essere affrontata anche a livello nazionale dal Parlamento italiano”, ha aggiunto Toti.

Per l’approvazione della legge regionale servono 16 voti. E trovarli tutti, benché la proposta arrivi dalla minoranza, potrebbe rivelarsi molto più facile del previsto. Alessandro Bozzano, capogruppo della Lista Toti, conferma la linea del governatore: “Ci sarà libertà di voto, ognuno voterà come indicherà la coscienza. Io personalmente voterò a favore perché penso che la vita sia un dono ma non servano accanimenti terapeutici, ma le sensibilità sono le più svariate”. Anche Stefano Balleari, capogruppo di Fratelli d’Italia, non darà indicazioni: “È un tema etico e non politico, ci sarà libertà di coscienza”. La sua posizione? “Devo ancora leggerla attentamente”. Per Claudio Muzio (Forza Italia) è “un tema molto delicato su quale sto riflettendo”.

Più difficile capire cosa succederà nella Lega: il presidente veneto Zaia si era schierato a favore, mentre il segretario nazionale Matteo Salvini aveva espresso contrarietà. Tra le fila del Carroccio c’è Brunello Brunetto, lunga carriera da medico anestesista e presidente della commissione Salute: “Mi disinteresso della posizione del mio partito, sono fermamente convinto che su un tema di questo tipo ci debba essere la assoluta libertà di espressione. Da uomo e da medico rianimatore sono assolutamente favorevole a una legge sul fine vita, anche se mi sarebbe piaciuto che arrivasse da Roma. Credo sDa ia diritto di ogni persona poter essere aiutata dal sistema sanitario a porre fine alla propria vita terrena, sussistendo le condizioni, a casa propria anziché in una stanzetta in Svizzera. Quindi dichiaro fin da subito il mio voto a favore di questa proposta, ma rimango rispettoso delle opinioni altrui. Nessuno mi sentirà mai dire: non sai di cosa parli”. Abbiamo provato a contattare il capogruppo Stefano Mai, ma non abbiamo ricevuto risposta. Il tema, comunque, non è ancora stato discusso tra i consiglieri regionali.

Da capire però la posizione di Pippo Rossetti, l’unico dell’opposizione a non aver firmato la proposta di legge: I colleghi non mi hanno informato che avrebbero presentato la legge, né chiesto di firmarla. Prima di dire cosa penso e farò, ritengo corretto parlarne con gli amici di Azione”. Dal canto suo, Carlo Calenda aveva definito “necessaria” una legge sul fine vita, ma con paletti rigorosi per non diventare un suicidio assistito generalizzato.

I paletti in realtà li ha già definiti la Corte costituzionale con la sentenza Cappato del 2019. La persona deve essere affetta da una patologia “irreversibile” con sofferenze fisiche o psicologiche reputate intollerabili e “tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale”, ma anche “pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli”, esprimendo il suo proposito in modo “libero e autonomo, chiaro e univoco”. Sentenza che già oggi è pienamente applicabile.

Se passerà la legge regionale, la verifica di questi requisiti spetterà a una commissione medica multidisciplinare permanente istituita dalle Asl con un’équipe si specialisti che incontrano il paziente. Il procedimento di verifica – questo il punto centrale – dovrà concludersi entro venti giorni dalla presentazione dell’istanza: in caso di esito positivo, viene prescritto un farmaco letale ed entro una settimana il suicidio assistito potrà concretizzarsi. In qualunque momento si può sospendere, posticipare o annullare l’erogazione del trattamento. Maggiori dettagli qui.

Più informazioni
leggi anche
Generico febbraio 2024
Diritti
Legge sul fine vita, appello alla politica ligure: “Serve convergenza di tutti, votare contro è tortura”
assistenza, anziani, cure palliative, mani,
Tentativo
Fine vita, anche in Liguria arriva una proposta di legge regionale: ecco cosa prevede
jacopo coghe, giovanni toti
Polemica
Fine vita, Pro Vita & Famiglia onlus attacca Toti: “Aveva firmato il nostro manifesto di tutela della vita”
Medico assistenza
Iter
Fine vita, in Liguria la proposta di legge sarà discussa in commissione la settimana prossima
paziente ospedale fine vita
Approfondiamo
Fine vita, al via la discussione in Liguria: “Ecco perché non è una legge sull’eutanasia”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.