Nomina

Aeroporto di Genova, il Cda “pesca” da Catania: il nuovo direttore generale è Francesco D’Amico

Il successore di Piero Righi è il direttore commerciale del primo scalo italiano per traffico nazionale. La proposta di Sartori: "Incentivare le compagnie coi soldi della tassa di soggiorno"

aeroporto d'amico

Genova. Sarà Francesco D’Amico il nuovo direttore generale dell’Aeroporto di Genova. La nomina è stata ufficializzata oggi dal consiglio d’amministrazione presieduto da Alfonso Lavarello. D’Amico, che è stato direttore commerciale dell’aeroporto di Catania negli ultimi sette anni, prenderà il posto di Piero Righi, attualmente in proroga alla guida operativa del Cristoforo Colombo.

Il prossimo direttore generale dell’aeroporto di Genova, laureato in business administration and management alla Bocconi, ha fatto carriera proprio nella società di gestione dello scalo catanese, hub cruciale per la Sicilia e per tutto il Mediterraneo, quinto scalo in Italia con più di 164 milioni di passeggeri e primo a livello nazionale per traffico domestico (oltre 4,6 milioni di passeggeri). Dopo quattro anni di esperienza nel settore commerciale delle compagnie Air One e Meridiana Fly, nel 2004 è sbarcato alla Sac come manager e dal 2016 occupa la posizione di direttore commerciale. Il suo arrivo sotto la Lanterna è previsto per dicembre.

D’Amico è stato scelto a conclusione di un iter selettivo ad evidenza pubblica che ha coinvolto oltre 30 candidati con specifiche esperienze maturate nell’ambito dell’aviazione commerciale. “Ha condiviso l’importante sfida di rilancio dell’aeroporto di Genova in un contesto competitivo, ma potendo contare su ritrovate sinergie commerciali e importante supporto della comunità imprenditoriale, degli azionisti e delle istituzioni”, ha commentato il presidente dell’Aeroporto Alfonso Lavarello.

“Nell’accettare questa importante sfida lavorativa, ringrazio il presidente e tutto il Consiglio di amministrazione per la fiducia accordata e assicuro che il mio impegno sarà orientato a migliorare i servizi aeroportuali e la connettività aerea, consapevole del valore che questa essenziale infrastruttura, oggi in piena trasformazione, ha per Genova e la Liguria. Lo farò seguendo le indicazioni del presidente e del Consiglio di amministrazione e con il supporto decisivo di tutti i colleghi di Aeroporto di Genova”, ha dichiarato Francesco D’Amico.

Un momento cruciale per l’aeroporto di Genova, da un lato sotto i ferri per i lavori di ampliamento e ammodernamento e dall’altro in cerca di un rilancio che appare più lontano dopo il taglio di voli deciso da Ryanair per questa stagione invernale. Rilancio che passerà da una maggiore integrazione con le compagnie crocieristiche ma anche dal progetto avviato da Spediporto per potenziare la parte cargo. Sul tavolo anche la scadenza della concessione nel 2029 col possibile ingresso di soggetti privati a modificare l’attuale assetto azionario.

Un’altra possibile strategia l’ha suggerita proprio oggi l’assessore regionale ai Trasporti, Augusto Sartori: utilizzare una parte del gettito della tassa di soggiorno per incentivare le compagnie aeree ad aumentare i voli sull’aeroporto di Genova, che è “un aeroporto nano rispetto ai numeri del turismo e al potenziale industriale della città”.

“Non è prerogativa della Regione intervenire direttamente, ma abbiamo tutti la volontà di invertire la tendenza, anche mettendo in campo risorse economiche, per esempio attingendo da fondi del ministero del Turismo o dalla tassa di soggiorno. Parlando con gli albergatori e i Comuni, è emerso che sarebbero disposti a indirizzare risorse all’implementazione dei voli da e per Genova, e in particolare è stata individuata un’esigenza sul Nord Europa: penso a Oslo, Stoccolma o il Nord dell’Inghilterra”, ha spiegato Sartori.

Chiaramente non potrebbero configurarsi come contributi diretti alle compagnie: “Andremmo a contrastare la normativa europea – avverte Sartori – ma si tratterebbe di trovare il sistema corretto per incentivare gli operatori, anche tramite l’aeroporto o chi è in grado di interloquire. La tassa di soggiorno solo per il Tigullio vale un milione di euro, se mettiamo insieme tutta la regione arriviamo a diversi milioni. Per aiutare l’arrivo di una tratta in più sarebbero necessari 100-200mila euro. Non è garantito il risultato, però almeno ci proviamo”.

Ogni strada che incentiva il traffico sul nostro aeroporto è benvenuta – ha commentato poi il presidente ligure Giovanni Toti -. È giusto esperire ogni strada e sono certo che l’assessore si farà carico di suggerirlo nel consiglio di amministrazione che si è appena insediato e presenterà nei prossimi giorni il direttore generale e il piano industriale. Ricordo che sull’aeroporto di Genova stiamo investendo molte decine di milioni di euro per la nuova ala dell’aerostazione che sarà pronta entro la prossima primavera così come per l’ammodernamento all’interno. E il presidente del Cda Lavarello sta lavorando a un piano di rilancio e soprattutto di integrazione importante con le compagnie crocieristiche che quest’anno hanno segnato un record di 3 milioni di presenze e certamente sono interessate a una maggiore collaborazione. L’aeroporto di Genova prima del Covid era cresciuto fino a 1,5 milioni di presenze e si avviava a un importante momento di break even dei suoi conti”.

Per questa stagione invernale Ryanair ha confermato solo Bari, Cagliari, Bruxelles, Catania, Napoli, Palermo, Londra Stansted e Lamezia Terme, con 34 voli ogni settimana (erano 62 nella scorsa stagione invernale). C’è da dire che la compagnia low cost irlandese sta ridimensionando la sua presenza in molti scali italiani, puntando soprattutto su Roma e Milano.

Finora l’aeroporto di Genova aveva evidenziato una crescita rispetto al 2022, come risulta dai dati di Assaeroporti. Nel periodo gennaio-agosto (ultimo disponibile) il Colombo ha totalizzato 863.747 passeggeri (il 10,1% in più dall’anno precedente) e 849,4 tonnellate per la parte cargo (il 21,3%) con una lieve flessione dei movimenti totali (-2,7%). I numeri sono più bassi se confrontati con quelli del 2019 (periodo pre-Covid) ma la tendenza è la stessa a livello nazionale.

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