Genova. Dati in chiaroscuro per l’aeroporto di Genova che chiude il 2023 con numeri in parziale risalita rispetto all’anno precedente ma ancora in calo rispetto al 2019, anno record per l’Italia e termine di paragone pre-Covid che ha segnato uno spartiacque per tutti gli scali. Le cifre, diffuse da Assaeroporti, ancora più significative nei giorni in cui si attende di conoscere il socio privato che entrerà nella compagine azionaria del Cristoforo Colombo.
Guardando al traffico passeggeri, da gennaio a dicembre 2023 Genova ne ha registrati quasi 1,28 milioni, in aumento del 4,6% rispetto al 2022 ma in calo del 16,7% rispetto al 2019. La parte cargo è cresciuta del 15,5% arrivando a 1,269,1 tonnellate, ma siamo ancora lontanissimi dai livelli di cinque anni fa (52,9% in meno). I movimenti complessivi (15.610) sono in calo sia sul 2022 (-2,8%) sia sul 2019 (-24,4%).
La crescita di passeggeri su base annua riguarda soprattutto quelli internazionali (512.688), in aumento del 7,8%, e in misura inferiore quelli nazionali (757.656), in salita del 2,6%, ma si registra un calo del 3,6% per il traffico europeo (290.750). I movimenti, invece, calano su tutti i fronti: quelli nazionali (5.681) del 2,6%, quelli internazionali (4.053) del 2,7%, di cui quelli europei (2.633) del 9,9%. La quota commerciale pesa per circa due terzi (9.734, in calo del 2,7%), il resto è aviazione generale (5.876, -2,8%).
I dati genovesi stonano almeno in parte con quelli nazionali: per la prima volta, infatti, gli aeroporti italiani hanno toccato quota 197,2 milioni di passeggeri segnando il nuovo record dal 2019 con un distacco positivo del 2,1%. D’altra parte anche a livello nazionale i movimenti sono in calo rispetto al 2019 (-2,6%) anche se aumentano rispetto al 2022 (+9%). Peggiora anche il traffico cargo con un calo dell’1,6% su base annua e dell’1,5% su base quinquennale.
Per il Cristoforo Colombo il rilancio dovrà passare necessariamente per la sinergia con le crociere. Lo ha rimarcato due giorni fa il viceministro dei Trasporti Edoardo Rixi: “Invece di far arrivare i crocieristi a Genova con gli autobus potrebbero arrivare in aereo o con il treno, garantendo una migliore fluidità della rete autostradale e anche un servizio di qualità superiore”. E anzi, ha lanciato un allarme: “Da quando avremo il collegamento ferroviario veloce con Milano, dal 2026, se non gli si dà una vocazione specifica il rischio è che si farà sempre più fatica. Se invece si fa sinergia e se c’è da parte del settore privato l’intenzione di investire in un aeroporto come questo, potrà diventare un elemento importante anche per l’area milanese, visto che Linate è saturo”.
Oggi nella società di gestione siedono l’Autorità di sistema portuale in maggioranza assoluta (60%), la Camera di Commercio di Genova (25%) e Aeroporti di Roma (15%). Secondo indiscrezioni di stampa tra i soggetti privati interessati ad acquisire una quota ci sarebbero Msc, Costa Crociere ma anche il fondo di investimenti americano 777 Partners, lo stesso che ha rilevato la proprietà del Genova. Il controllo dovrebbe restare in mano pubblica, ma l’ingresso di capitali privati potrebbe segnare una svolta decisiva per il futuro dello scalo, al momento tutt’altro che limpido.
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