Genova. Dopo un inverno praticamente secco e asciutto, e con temperature decisamente anomale, la primavera che si sta per concludere ha portato sulla Liguria e su tutto il paese le attese piogge, arrivate però concentrate e violente. E distruttive: vere e proprie bombe d’acqua e temporali auto rigeneranti che hanno flagellato tutta la penisola portando distruzione e anche morte. In Emilia Romagna, come è noto, il bilancio è catastrofico.
Insomma, in queste ultime settimane è piovuto tanto, in taluni circostanze tantissimo, ma alla fine dei conti qual è il bilancio della nostre riserve idriche? Di tutta quell’acqua piovuta dal cielo, cosa è rimasto per l’uso umano? Iniziata l’estate meteorologica, che coincide con i mesi di giugno, luglio e agosto, proviamo a fare due conti, per cercare di capire se l’estate in arrivo sarà nuovamente accompagnata dallo spauracchio della siccità.
Secondo i dati di Iren, che ha in gestione la rete dei laghi artificiali afferenti a Genova, al 1 giugno 2023 i nostri invasi contavano 29.4 milioni di metri cubi d’acqua su una capacità totale di raccolta di circa 40 milioni di metri cubi, con la diga Badana dei laghi del Gorzente attualmente in manutenzione. Vale a dire quindi una ‘serbatoio’ pieno al 75%. Un dato inferiore rispetto all’anno scorso, quando a inizio giugno i milioni di metri cubi d’acqua raccolta erano 30.7, vale a dire 1.3 in più. Il dato sul 2023 non evidenzia una differenza eclatante con il 2022, ma prosegue la sua tendenza al ribasso: nel 2021 la riserva d’acqua a giugno poteva contare su 36,7 milioni di metri cubi.
Nel dettaglio a pesare sul bilancio c’è il milione di metri cubi d’acqua in meno del Brugneto, quest’anno a 18,6 su una capacità di 25, e il Val Noci, ancora ‘sotto stress’ con i suoi 707 mila metri cubi d’acqua presenti sui 3.3 di capienza massima. Uno riempimento pari al 21%, meno della metà dell’anno scorso.
La situazione al momento appare sotto controllo: anche in passato ci sono stati dati simili, come nel 2003 dove i milioni raccolti a fine primavera erano 28.6 (preceduti però dai 38 del 2002), senza mai raggiungere poi soglie di criticità ulteriore. Osservando i recenti andamenti delle piogge autunnali, però, il dato che emerge è quello delle precipitazioni di un certo rilievo concentrate per lo più a fine anno, tra novembre e dicembre. Sono quindi cinque i mesi che ci separano potenzialmente dalla prossima ondata di ‘ricarica’ dei nostri invasi. L’anno scorso, durante il periodo estivo, si era registrato un consumo dell’acqua dagli invasi pari a poco più di 4 milioni di metri cubi al mese: da qua a novembre, quindi, si potrebbe arrivare a consumarne circa una ventina. Senza contare i 2.5 milioni di metri cubi d’acqua che per contratto l’impianto del Brugneto deve rilasciare a Piacenza. Insomma un margine di manovra sempre più sottile che ci farà stare con gli occhi rivolti al cielo nella speranza che tutto vada come è sempre andato. Sperando che poi l’acqua, quando arriverà, non arrivi tutta insieme.