Genova. Diventa sempre più una sfida tra giornalisti quella delle prossime elezioni regionali in Liguria. Dopo la candidatura del giornalista del Fatto quotidiano Ferruccio Sansa per lo schieramento Pd-M5S-sinistra al termine di mesi travagliatissimi, anche Marco Preve, giornalista dell’edizione genovese di Repubblica, ha deciso di scendere in campo con l’amico e collega Sansa per sfidare Giovanni Toti (giornalista di Mediaset priva di diventare politico).
Dopo il rincorrersi di voci nella giornata di ieri, oggi è lui stesso in un post su Facebook ha annunciare il ‘salto’ o meglio il ‘tuffo’.
“Da oggi sospendo l’attività con Repubblica per partecipare alla campagna elettorale per le elezioni regionali a fianco di Ferruccio Sansa. Molto probabilmente sarò uno dei candidati della sua lista” scrive Preve. “Ci sono occasioni particolari nella vita, inaspettate combinazioni come questa che mi si è presentata. E quindi ho pensato valesse la pena provarci” dice. L’obiettivo è chiaro: “Tentare di scalzare, ancor prima che Toti e la sua maggioranza, un’idea di società e di vivere insieme basate su una falsa rappresentazione della realtà, sull’intolleranza, su una visione del rapporto fra politica e cittadini filtrata dai rapporti privilegiati fra chi il potere già lo detiene e lo amministra. Ingredienti devastanti per una comunità sotto tutti i punti di vista: sociale, economico, ambientale”.
Preve e Sansa, amici da una vita, gestiscono insieme il blog ‘Liguritutti’ e insieme hanno scritto due libri di successo (Il partito del cemento e La colata). E se ne gli anni entrambi non hanno mancato di attaccare pesantemente il sistema di potere dei Ds, poi Pd e far emergere le contraddizioni interne ai pentastellati, per entrambi qualcosa è cambiato o sta cambiando: “Crediamo che alcune situazioni all’interno dei partiti che sostengono la coalizione siano profondamente mutate – spiega ancora Preve – che al loro interno altre donne e altri uomini stiano tentando di invertire la rotta, che abbiano capito che anche loro per tornare a crescere e radicarsi debbano accettare le critiche del passato e saper sfruttare gli spunti e le persone che stavano “là fuori”, aldilà del muro che troppo spesso i partiti hanno eretto fra loro e le comunità”.
Da cui la decisione, arrivata come una conseguenza naturale: “Ci sono ottime speranze di farcela – conclude – c’è soprattutto l’entusiasmo che ci arriva da tanti liguri che aspettavano un qualcosa di diverso, un segno, qualcuno che a un certo punto saltasse dallo scoglio con un tuffo a volo d’angelo, carpiato, a soldatino o anche a bomba chi se ne frega, ma che finalmente saltasse giù a smuovere le acque”.