Genova. Coop Liguria consegna 71.500 euro alle associazioni che si occupano di contrasto alla povertà e apre un bando per premiare con altri 65.000 euro sei progetti in questo campo da presentare entro metà novembre.
I fondi arrivano dall’iniziativa “Un voto, un pasto“, che per il quinto anno consecutivo ha trasformato in solidarietà il voto dei soci sul bilancio. Quest’anno, alla luce della cifra ingente raccolta – ben 136.500 euro, grazie al voto di 27.295 Soci – Coop Liguria ha deciso di investirla su due fronti. I 71.500 euro di contributi sono stati consegnati in mattinata alle 73 associazioni che collaborano stabilmente con la cooperativa ritirando i prodotti non più idonei alla vendita nell’ambito del progetto “Buon fine” o partecipando alle raccolte “Dona la spesa” e “Spesa Sospesa”. I contributi sono stati suddivisi in questo modo: 41.500 alla provincia di Genova, dove Coop Liguria ha più punti vendita quindi ha raccolto la maggior parte dei voti; 13.000 alla provincia di Savona; 8.500 alla provincia della Spezia e 6.000 alla provincia di Imperia, più 2.500 euro ai territori di Mondovì, Novi Ligure e Ovada.
Alla consegna erano presenti il presidente di Coop Liguria, Roberto Pittalis, e l’arcivescovo di Genova, monsignor Marco Tasca: “L’iniziativa ‘Un voto, un pasto’ è nata nel 2020, un momento particolarmente difficile per le famiglie – ha spiegato Pittalis – Grazie al contribuito dei nostri soci, in cinque anni abbiamo raccolto 340.000 euro donati alle associazioni che concretamente tutti i giorni sul territorio si occupano delle persone in condizioni più svantaggiate”.
Gli altri 65.000 euro serviranno invece a finanziare un bando per sostenere sei progetti specifici, sempre sul tema della lotta alla povertà, promossi da associazioni o cooperative locali senza scopo di lucro: “Quest’anno abbiamo deciso di fare un passo in più, e di lanciare un bando in cui le associazioni proporranno progetti concreti e duraturi – ha spiegato Pittalis – Possono già farlo, da oggi sino al 15 novembre. Una giura verificherà la congruità rispetto gli obiettivi, e dal 15 dicembre sino al 15 gennaio i soci di Coop Liguria potranno votarli e verranno ”.
Il bando, presentato oggi nell’ambito dell’evento di consegna dei contributi, si rivolge a associazioni o cooperative senza scopo di lucro con sede sul territorio ligure o nei comuni fuc regione in cui Coop Liguria è presente con proprie sedi: Mondovì, Ovada e Novi Ligure. Per partecipare è necessario compilare il form già disponibile sul sito www.liguria.coop.it, nel quale si richiede di descrivere il progetto che si intende candidare, specificando i soggetti promotori e le modalità di esecuzione.
Le aree ammesse sono: Provincia di Genova più comuni di Ovada e Novi Ligure; Provincia di Savona più comune di Mondovì; Provincia di Imperia; Provincia della Spezia; area Tigullio-Golfo Paradiso. La giuria valuterà i progetti presentati, scegliendo quelli finalisti, sulla base di quattro criteri: impatto del progetto sul territorio di pertinenza, risorse e tempi necessari per la sua realizzazione, capacità di aggregare più soggetti attivi sullo stesso territorio e garanzia di continuità del progetto nel tempo.
I soci di Coop Liguria potranno votare i progetti dal 15 dicembre 2023 al 15 gennaio 2024 direttamente sul sito www.liguria.coop.it, esprimendo ognuno una sola preferenza. Ognuno dei progetti più votati nelle singole aree territoriali riceverà 10.000 euro. Il progetto più votato in assoluto, invece, ne riceverà 15.000. I contributi saranno consegnati nel corso di un evento che si svolgerà nella data simbolica del 5 febbraio, Giornata nazionale contro lo spreco alimentare.
“Momenti come quello di oggi ci ricordano la realtà della povertà, e quanto sia importante dare risposte insieme. È l’unico modo in cui possiamo affrontare la situazione e dare risposte credibili, senza fare spot. Servono formazione, educazione e condivisione. Sappiamo che il numero di minori in situazioni di difficoltà sta crescendo a Genova – ha detto monsignor Marco Tasca – una casa e un percorso scolastico sono certamente risposte primarie, ma credo che i bisogni di questi ragazzi vadano al di là di questo. Manca loro un senso, un futuro, una prospettiva. Avere una casa e l’istruzione aiuta, ma la violenza crescente tra i giovani è segno che c’è bisogno di educarli. Questa situazione di emergenza ci fa capire che bisogna aiutarli a 360 gradi”.