Genova. Nei giorni scorsi la polemica – giustificata – lanciata da Ance Assedil, l’associazione delle imprese dell’edilizia, che aveva fatto notare come nella costruzione del nuovo ponte per Genova fossero impiegati pochissimi, dieci, operai edili genovesi e praticamente nessuna impresa.
Oggi la replica del sindaco e commissario straordinario Marco Bucci che prima fa notare che, beh, c’è Fincantieri (in realtà i pezzi di ponte vengono fatti altrove) e che per vincere bisogna pur partecipare, e bisogna farlo con le regole del gioco. “Per partecipare ai lavori di ricostruzione del ponte Morandi le aziende edili liguri devono utilizzare i metodi che ci sono per crescere. Non si può pretendere che si vada fuori da gare, leggi o addirittura commissioni. Noi abbiamo affidato la commissione a due aziende precise: Fincantieri e Salini, è con loro che si deve fare il business”.
Così Bucci stamani a margine del convegno “Genova un anno dopo, dal Morandi al Terzo Valico”. “Più della metà dei lavori è stata affidata a Fincantieri, un’impresa genovese – commenta ancora Bucci – Come si fa a dire che le imprese genovesi non partecipano? Altre imprese edili non hanno nemmeno partecipato ai bandi di Salini, quindi bisogna mettersi in riga”.
Intanto procedono i lavori di ricostruzione del ponte Morandi. Verso la metà di ottobre – ha detto Bucci – sarà sollevato il secondo impalcato. “Il ponte è in corsa, dobbiamo mettere in corsa tante altre infrastrutture indispensabili per lo sviluppo di Genova, come i trasporti urbani di superficie, il nodo ferroviario, alla grande diga del porto di Genova e alla Gronda”.