Contese toponomastiche

Via Cadorna, alcuni storici scendono in campo per difendere il “generale macellaio”. Ma citano un nazista

L'ipotesi di cancellare la via mette in agitazione alcuni studiosi, che riportano attestati di stima ricevuti dal generale da parte degli avversari

soldati

Genova. Una discussione che va avanti da anni, ormai, e che difficilmente troverà una soluzione accettata da tutti. Come avevamo anticipato l’intenzione della giunta è quella di dedicare una via a Luigi Ferraro, innovatore della subacquea mondiale ma anche “fiera camicia nera” durante il secondo conflitto mondiale.

Tra le eventuali ipotesi sul tavolo per trovare uno spazio nella satura toponomastica cittadina, quella più “papabile” potrebbe essere la sostituzione della intitolazione a Luigi Cadorna, divenuto negli anni simbolo di spietatezza gerarchica per aver mandato a morire migliaia di soldati nelle sue non proprio trionfali operazioni belliche durante la Grande Guerra.

Cadorna è anche ricordato per aver istituito un regime del terrore nelle trincee, con corpi di disciplina “ferocissimi” per chi sgarrava le dure regole del fronte. Ma non solo: il generale dispiegò reparti di Carabinieri dietro le linee di fanteria con l’ordine di sparare a chi avesse tentennato durante l’attacco. E poi le fucilazioni sommarie, molte decise per estrazione. Il titolo di macellaio ha sicuramente, quindi, delle basi storiche, anche se va detto che il “tritacarne” che da subito divenne quel conflitto, sicuramente, creò un contesto decisamente “coerente”.

A sua difesa, però, oggi sorgono gli studiosi dell’associazione Italia Storica, specializzata nella divulgazione dei temi delle due guerre mondiali, tutto compreso. “Non possiamo che assistere sconsolati all’ennesimo attacco ad una delle figure più grandi e controverse della nostra Storia in nome di un populistico becerume antinazionale ed antimilitare, in nome di una continua campagna di rimozione della storia e della memoria nazionale per favorire soltanto uno sradicamento delle nostre radici”, si legge nel loro comunicato, dopo un feroce attacco alle forze politiche al governo.

Per supportare la loro tesi arriva la citazione del generale austriaco Alfred Krauss, che conobbe il Cadorna da avversario, lodandone le doti strategiche: “Soltanto una potente, energica volontà poteva trascinare gli Italiani, il cui temperamento non è tanto tenace, a sempre nuovi, continui attacchi, a così lunghi sforzi, malgrado i loro insuccessi. Nel fatto stava a capo dell’esercito italiano questo forte uomo così poco corrispondente al carattere italiano, Cadorna. Cadorna fu, senza dubbio, l’uomo più ragguardevole che l’Italia ha prodotto nella guerra mondiale. […] soltanto la sua forte volontà, la sua determinazione, la sua tenacia, hanno spinto gli Italiani agli undici possenti assalti contro il fronte dell’Isonzo, e, se gli Alleati [ossia gli Imperi Centrali] non gli avessero con più forte mano strappato la palma della vittoria, passando essi stessi all’attacco nella dodicesima battaglia dell’Isonzo, egli avrebbe, nel dodicesimo attacco al quale egli avrebbe spinto con forte volontà i suoi Italiani, rotto certamente il fronte e si sarebbe impadronito di Trieste, il sospirato scopo degli Italiani. Perciò sia qui reso a quest’uomo l’onore che gli è dovuto. Egli fu, nella guerra dell’Austria contro l’Italia, il più grande, il più ragguardevole nemico; avere condotto a fine vittoriosa il combattimento contro di lui, riesce di onore a noi stessi”.

Va ricordato però che, al di là degli attestati di stima di quello che sarebbe diventato un ufficiale delle S.A. e membro del partito nazista (nel 1938 divenne brigadefuhrer, qualche mese prima della sua morte), le famose “spallate sull’Isonzo” del generale Cadorna, che furono 12, portarono alla morte circa 320 mila soldati italiani, per culminare nella disfatta di Caporetto. Sicuramente non proprio un bel risultato: l’importanza storica non è in dubbio, la sua fama neanche, quindi. Forse invece che cancellare il nome sulla targa basterebbe aggiungere una piccola descrizione di contesto: “Via Cadorna, macellaio del popolo italiano”. Perché la memoria è importante.

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