Domanda

Fondi confiscati ai boss, il Cantiere della Legalità chiede al Comune: “Che fine hanno fatto i soldi per la riqualificazione?”

In un'intervista, l'assessore al Centro Storico Stefano Garassino ha dichiarato che Tursi non è nelle condizioni di sostenere economicamente i progetti di riutilizzo sociale

Confisca Canfarotta

Genova. Nel centro storico esiste un “patrimonio” immobiliare che, potenzialmente, permetterebbe ad associazioni e imprese di avere spazi per espandersi e mettere in atto una qualificazione dall’interno. Si tratta di alcuni fondi e altri immobili confiscati al clan dei Canfarotta e che, teoricamente, sarebbero potuti essere riqualificati con un aiuto pubblico.

In un’intervista, l’assessore al Centro Storico Stefano Garassino, ha dichiarato che il Comune non è nelle condizioni di sostenere economicamente i progetti di riutilizzo sociale dei beni confiscati. “Eppure il Patto per Genova – spiegano i rappresentanti delle associazioni del Cantiere per la Legalità Responsabile – siglato dalla passata amministrazione con il governo, prevedeva la destinazione di fondi proprio a questo scopo: che fine hanno fatto queste risorse?”

Esiste inoltre una legge regionale, la n. 7 del 2012, che, pur non finanziata, prevederebbe un impegno anche da parte dell’ente di piazza De Ferrari. “Le criticità non sono solo economiche – spiegano dal Cantiere – affinché il percorso di riutilizzo dei beni confiscati sia realmente partecipato, sarebbe importante dare seguito a quanto previsto dalla delibera di giunta del 9 marzo 2017 che, tra le altre cose, istituiva un Osservatorio di concertazione permanente sull’uso sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata: non capiamo per quale ragione l’Amministrazione non abbia ancora proceduto alla sua convocazione”.

Il Cantiere per la Legalità Responsabile è un gruppo di associazioni, esercenti e cittadini costituitosi nel 2014 per fare informare, aggiornarsi ed immaginare progettualità future proprio in merito ai beni della Confisca Canfarotta.

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