Politica

Ex ospedale di Quarto, trasferimento del centro disturbi alimentari. Rixi: “Il Comune deve agire subito”

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Genova. I problemi gravissimi legati ai disturbi alimentari sono in aumento costante: a fine anno 2011 la popolazione della Liguria colpita da tali patologie era oltre il 4%, in una fascia compresa tra i 15 ed i 55 anni e nella sola Genova le cartelle aperte presso il Centro Disturbi Alimentari di Quarto erano circa 3000.

Secondo la Federazione Italiana dei Medici Pediatri è stato rilevato che il rischio dell’anoressia sta crescendo in maniera esponenziale e l’età dei nuovi ammalati oscilla tra i 12 ed i 25 anni. A segnalare questi dati è il capogruppo della Lega Nord in consiglio comunale, Edoardo Rixi, che ha presentato una mozione.

“L’assessore regionale Montaldo, nel corso di un convegno AFCODA del 2010 aveva assicurato che nell’arco di un anno sarebbe stato aperto un nuovo centro specializzato a Genova, al Maragliano, ma che a tutt’oggi ovviamente è rimasta lettera morta – spiega Rixi – oggi, invece, il problema è addirittura inverso: l’ASL 3 prevede una gara d’appalto per i lavori di adeguamento della nuova sede del C.D.A. di Quarto che sarebbe trasferito in via Bracelli, a Marassi, in conseguenza della nuova rimessa in vendita del padiglione 18. La Regione aveva bloccato tale vendita facendo rientrare tra le strutture legate alla salute mentale dell’ex-Ospedale di Via V Maggio anche il C.D.A.: a sorpresa, oggi, le famiglie dei pazienti del Centro in questione, scoprono che lo stesso non rientra tra le strutture che l’ASL 3 intende mantenere a Quarto”.
Rixi precisa che non è assolutamente adeguato il trasferimento in una struttura situata al piano terra di un condominio, completamente priva di spazi esterni e di verde e che caratterizza un arretramento non solo terapeutico ma anche ambientale per le pazienti.
“Come istituzioni, non significa che per impegnarsi nella lotta ai disturbi alimentari sia sufficiente indossare una volta all’anno un fiocchetto lilla seguito, poi, dall’indifferenza, dalle false promesse e dal totale disinteresse per queste patologie che drammaticamente minano seriamente la salute dei giovani provocandone, in numerosi casi, la morte stessa – prosegue – nel 2010, l’AFCODA aveva ricevuto dal Comune un contributo di 300 euro, 1.500 dalla Provincia e nulla dalla Regione: una miseria se si considera che questa associazione è sostenuta pressoché esclusivamente dai versamenti delle famiglie iscritte”.

Sottolineando che i disturbi alimentari riguardano un vero e proprio problema sociale, il consigliere chiede al sindaco di impegnarsi ad avviare insieme a Regione ed ASL la verifica di tutte le possibili risorse non solo per evitare il trasferimento del C.D.A. di Quarto in Via Bracelli, ma a individuare la località per costruire un altro Centro Specializzato.

“Il sindaco deve impegnare il Comune a far sì che non si risparmi davanti al dramma di queste dirompenti e spesso mortali ‘malattie sociali’ e si attivi in prima persona per porre in essere tutte le azioni possibili per togliere dalla morte centinaia di giovani – conclude – non si può limitare l’intervento su giornate o settimane di fugace solidarietà: è ora che siano i fatti a parlare per far sì che i fiocchetti lilla non si tingano di nero, in ricordo di giovani vite prematuramente terminate anche per l’assenza delle Istituzioni”.

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