Genova. “Prendiamo atto della scelta di Toti di avvalersi della facoltà di non rispondere e di prendere tempo. Da una settimana, però, al netto del lavoro della magistratura, la situazione per le istituzioni è insostenibile. Un quadro degradato, uno spettacolo indecente in cui l’interesse pubblico viene descritto come piegato a quello dei privati in cambio di risorse economiche. Se dal punto di vista giudiziario, per difendersi, Toti può scegliere le strade che ritiene più giuste per la sua posizione personale, da quello politico, il fatto che il Presidente della Regione rinvii ulteriormente la definizione della sua posizione conferma, se ce ne fosse ancora bisogno, che Toti non può proseguire da Presidente della Regione e che l’unica soluzione sono le dimissioni immediate e il voto, per chiudere questa indecente pagina della destra al governo e ripristinare la credibilità delle istituzioni”.
Così il capogruppo del Pd in consiglio regionale, Luca Garibaldi, dopo l’interrogatorio di garanzia del presidente sospeso e al quale ha deciso di non parlare avvalendosi della facoltà di non rispondere.
“È insostenibile che si continuino a ipotizzare soluzioni raffazzonate da ultimi giorni di Pompei, con una traballante gestione di un sostituto pro tempore. Politicamente la giunta Toti è finita, con indegnità, e qualsiasi altra soluzione di mera sopravvivenza e attaccamento al potere é un ulteriore schiaffo alle istituzioni e ai cittadini”; continua Garibaldi.
“L’unico modo per recuperare credibilità sono le dimissioni del presidente della Giunta regionale e un avvio al voto per ridare la possibilità ai liguri di scegliere. Non ci sono alternative per sbloccare questo quadro in cui la destra ha condotto la nostra regione”, conclude Garilbaldi.
Oggi a un’altra nota del Pd in cui si auspicavano rapide dimissioni e un ritorno al voto, il vicepresidente Alessandro Piana, che ha assunto ad interim l’incarico di Toti aveva risposto: “Al Pd ricordo che la scelta non è mia, ma è stata fatta dalla Procura di Genova. Consiglierei di andare oltre la cantilena già sentita, quella classica da campagna elettorale. Ma non invito l’opposizione a collaborare con noi perché se lo facesse, visti i nostri ottimi risultati, aumenterebbe i consensi e questo consiglio non glielo voglio dare”.
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