Cronaca

Genova, segregata e costretta a prostituirsi nella casa ereditata dai genitori (foto)

Genova. Costretta a prostituirsi per procurare la droga al convivente, ha vissuto quattro o cinque mesi d’inferno la ragazza trovata in un tugurio nei vicoli dai carabinieri della stazione di Portoria. Il convivente, B.D., 32 anni della Costa d’Avorio, aveva conosciuto la 33enne genovese circa due anni prima e da quel momento era iniziata una relazione, purtroppo degenerata in mesi e mesi di tortura per la donna, anch’essa tossicodipendente.

“L’operazione è scaturita alla fine del mese di settembre, quando il personale della stazione di Portoria aveva tratto in arresto due uomini per spaccio, tra cui un ivoriano – spiega – il maggiore Francesco Pecoraro – Proprio durante la perquisizione dell’appartamento di quest’ultimo, gli uomini hanno visto una ragazza sdraiata su una branda in una stanzetta lurida. La cosa strana, che subito ha insospettito i militari, è stato l’atteggiamento della donna, che aveva scambiato i carabinieri in borghese per clienti. Clienti in quanto lei si prostituiva per procurare la droga per se stessa e per il fidanzato”.

“Da lì è scattata una nuova indagine che ci ha consentito di raccogliere tutta una serie di elementi probatori, che ieri hanno fatto scattare l’ordinanza cautelare nei confronti di B.D., già detenuto nel carcere di Marassi per il precedente reato di spaccio – continua Pecoraro – Tanti e gravi i reati a lui contestati, dal sequestro di persona alla rapina, fino ad arrivare allo sfruttamento aggravato della prostituzione”. Una storia raccapricciante, che ha visto una ragazza, probabilmente all’inizio innamorata del suom aguzzino, vivere segregata per mesi in uno stanzino lercio, tra l’altro nella casa di sua proprietà ereditata dai genitori, con tanto di profilattici sul pavimento, fazzoletti sporchi e ogni sorta di immondizia, senza cibo e acqua e con il costante terrore di vedere nuovi clienti entrare dalla porta.

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