Genova. Matteo Bassetti, il primario del San Martino noto per la sua crociata all’allarmismo sul coronavirus, diffida Vittorio Sgarbi. E il critico d’arte, postando su Facebook l’intervista del medico a Genova24/IVG (leggila qui), contrattacca: “Bassetti si metta d’accordo con se stesso“. Mentre l’emergenza entra nel vivo anche in Liguria, infuria sui social una polemica che rischia di trascinarsi nelle aule dei tribunali quando la fase critica sanitaria sarà finita e ci sarà spazio forse per i processi, mediatici e non.
Stamattina il Patto Trasversale per la Scienza, un’associazione di medici che riunisce lo stesso Bassetti in quanto coordinatore del gruppo di ricerca sui vaccini, ha annunciato in una nota che il primario genovese “ha diffidato oggi Vittorio Sgarbi dal nominarlo, attribuendogli tesi e argomenti mai pronunciati e sui quali Sgarbi avrebbe fondato le sue esternazioni sul coronavirus”. Tutto nasce dal video, ora rimosso, in cui il critico d’arte definiva il Covid-19 “virus del buco del c*lo” mettendo in ridicolo le misure adottate dal Governo.
Il Pts, allora, ha presentato un esposto nei confronti di Sgarbi. Che, per tutta risposta, ha affermato di essersi ispirato proprio alle posizioni assunte da alcuni virologi ed epidemiologi, tra i quali Matteo Bassetti. E anzi, ha messo nel mirino l’associazione: “Ribadendo sull’epidemia le posizioni espresse da numerosi virologi ed epidemiologi tra cui Gismondo, Bassetti e Tarro, lunedì mattina presenterò una denuncia penale per procurato allarme contro la fantomatica Associazione Patto Trasversale per la Scienza”. Ancora ieri, in un video su Facebook, Sgarbi citava Basetti per sostenere le proprie teorie.
Bassetti, riferisce il Pts, ha dunque inviato a Sgarbi, tramite il proprio legale avvocato Corrado Canafoglia, una diffida a voler rettificare pubblicamente e sui media entro un giorno. “In assenza di tale rettifica Bassetti si riserva di agire giudizialmente a tutela della propria onorabilità professionale”, si legge ancora nella nota.
Ed ecco la risposta di Sgarbi: “Ammetto la mia colpa. Sono colpevole di avere ascoltato alcuni virologi che mi sembravano fededegni e ho accettato le loro posizioni. Devo dunque scusarmi per avere interpretato male le dichiarazioni (che mi sembravano inequivocabili) di almeno uno di loro, Matteo Bassetti, infettivologo e primario al San Martino di Genova; e quindi riconosco di avere commesso un errore interpretativo sulle posizioni di questo medico, che non citerò mai più”.
Sgarbi cita le dichiarazioni testuali che Bassetti ha pronunciato in una diretta Facebook sulla nostra pagina visualizzata da 2 milioni e mezzo di persone. E scrive a sua difesa: “Sono stato tratto in inganno, in particolare, dalle pubbliche affermazioni (da lui mai smentite) fatte dello stesso Bassetti nel corso di una solenne conferenza stampa: “Il coronavirus è più simile all’influenza che alla peste bubbonica. Quando uno entra in ospedale per un infarto e muore col coronavirus non è morto per il coronavirus, è morto per l’infarto. È una bruttissima forma virale ma molto più vicina all’influenza che alla Sars o all’influenza dei cammelli. La maggioranza dei casi sono a casa loro tranquilli, come succede nella maggior parte dei pazienti con influenza”. Ho ripetuto letteralmente le sue parole. Mi dispiace. Sono stato ingannato, anzi mi sono ingannato, e me ne scuso”.
Sgarbi pecca di precisione quando parla di conferenza stampa, poiché si trattava di un’intervista rilasciata proprio ai nostri microfoni ma le frasi riportate sono corrette. E rincara la dose, accordando la rettifica pretesa da Bassetti, non senza il consueto sarcasmo: “Mi dispiace di avere male interpretato le sue parole, apparentemente inequivocabili. Per questo con le mie scuse e il mio pentimento allego il link con il testo integrale delle sue dichiarazioni, augurandomi che egli mi ascolti e si metta d’accordo con se stesso. Io, d’ora in avanti, per evitare di fare riferimento a sue dichiarazioni, rinuncerò, mio malgrado, per convinto pentimento, ad ascoltarlo. A malincuore. Non vorrei sbagliare ancora a interpretarlo, nonostante la chiarezza delle sue parole. Tutte le mie scuse, professor Bassetti”.