Scontro

Nuova diga di Genova, la rabbia del Mit contro l’Anac: “Un pezzo di Stato rema contro l’Italia”

Durissime parole dal ministero di Salvini e Rixi. La replica dell'Authority: "Non agiamo per bloccare ma per agevolare la realizzazione delle opere nel rispetto della legalità"

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Genova. E’ scontro tra il Mit e l’Anac sul giudizio negativo espresso dalla delibera dell’autorità nazionale anticorruzione. Fonti del ministero retto da Matteo Salvini, e di cui è viceministro ai porti il genovese Edoardo Rixi, lasciano trapelare una dura presa di posizione.

Dal Mit ricordano che “la diga di Genova è un progetto di cui si parla da anni” e che “ha una condivisione bipartisan”, tanto che i primi finanziamenti arrivarono dal ministero retto al tempo da Paola De Micheli, Pd, e l’opera è stata inserita tra quelle finanziabili attraverso il Pnrr dal governo Draghi.

“Il ministro Matteo Salvini, seguendo i principii di concretezza e buonsenso – sottolineano dal Mit – ha fatto di tutto per velocizzare l’iter di un intervento fondamentale per tutto il Paese e non solo per la Liguria e il suo capoluogo”. Il riferimento è alla procedura semplificata di cui la struttura commissariale si è servita per l’appalto della nuova diga, procedura che però è messa in dubbio dall’Anac che definisce l’opera non urgente.

Ma qui l’affondo del ministero delle Infrastrutture e trasporti: “Sorprende lo stop dell’Anac, è come se pezzi di Stato remassero contro l’interesse nazionale. Tutte le obiezioni sollevate dall’autorità nazionale anticorruzione sono fortemente contestate dai nostri uffici, basti pensare che i costi dell’opera non sono aumentati e nessuna contestazione riguarda presunti fenomeni corruttivi. Si tratta di semplici osservazioni burocratiche. Salvini è pronto a procedere con assoluta determinazione, a difesa degli interessi italiani”.

A stretto giro, è arrivata la replica di Anac. “Anac non agisce per bloccare ma per agevolare la realizzazione delle opere nel rispetto della legalità“, si legge in una nota. “L’autorità ha evidenziato fin dal 2023 alla struttura commissariale le diverse irregolarità riscontrate e le indicazioni migliorative. La stazione appaltante ha ritenuto di concentrare la propria attività nella contestazione della competenza di Anac a intervenire e nel difendere il proprio operato, senza adoperarsi per risolvere in tempo le problematiche evidenziate”.

La nota di Anac prosegue: “Con la delibera del 20 marzo 2024 tali osservazioni vengono formalizzate, ancora una volta non con l’intento di fermare l’opera, il cui carattere strategico e fondamentale non viene messo in discussione, ma al contrario, proprio per scongiurare che tale importante realizzazione possa subire blocchi o ritardi in seguito, in ragione del mancato rispetto delle procedure di legge, ponendo anche a rischio i finanziamenti Pnrr”.

“Anac, come sempre – conclude la nota – non agisce per bloccare, non avendone fra l’altro la facoltà o i poteri, ma per agevolare la realizzazione delle opere nel doveroso rispetto della legalità, delle regole di trasparenza e concorrenza, così da consentire che si intervenga in tempo, evitando quelle irregolarità che possono avere un impatto anche con riferimento all’erogazione dei finanziamenti dell’Unione europea”.

Sulla presa di posizione del Mit i commenti del sindaco di Genova (e commissario) Marco Bucci e del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: “L’intervento di Salvini ci conforta, l’opera va realizzata in tempi certi”, le parole di Bucci.  Toti: “Restiamo orientati a una pubblica amministrazione che produca meno carta bollata e più infrastrutture”, dice il governatore.

Se hanno ragione i tecnici dell’Anac la delibera potrebbe portare l’Europa ad accendere i fari sulla maxi opera: 950 milioni di fondi europei, in realtà, attraverso il fondo nazionale complementare al Pnrr. Dalla procura di Genova è stato chiarito che se la delibera dell’Anac dovesse diventare la base per un’indagine questa sarà presa in mano dall’Eppo, la procura europea. Quindi nel caso in cui i magistrati genovesi, che ancora nulla hanno ricevuto dall’Anac, fossero invece destinatari di un fascicolo, lo girerebbero all’European public prosecutor office a Lussemburgo.

Sulla vicenda e sul disappunto del centrodestra, anche il commento il deputato del M5S ed ex sottosegretario al Mit del Conte bis Roberto Traversi: “L’opera simbolo del Pnrr finanziata dal fondo nazionale complementare rischia di diventare l’ennesima opera pubblica simbolo della mala gestione che, secondo i dati emersi, potrebbe avere conseguenze erariali e penali”.

Riferendosi poi alle parole del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, che ha parlato di “critiche di forma e non sostanza”: “Nonostante le tante ed evidenti criticità l’atteggiamento del presidente di Regione appare irresponsabile e poco rispettoso sia nei confronti dell’Anac, sia dei suoi concittadini che saranno costretti a pagare milioni di euro in più per questa ennesima faraonica opera pubblica. Se non dovessero essere risolte dalle varianti, le numerose problematiche tecniche che abbiamo sempre denunciato (come la posizione e la quota di progetto a mare) porterebbero a costruire un castello di sabbia in mezzo al mare”, conclude.

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