Genova. L’Anac non cambia idea sulla nuova diga foranea del porto di Genova. L’autorità nazionale anticorruzione, con una delibera in attesa di pubblicazione, ha risposto all’Autorità portuale che a sua volta aveva contestato le prime osservazioni che puntano il faro sull’appalto della maxi opera.
Non è mai piaciuto all’anticorruzione, che secondo La Repubblica avrebbe già ha una segnalazione alla Procura e alla Corte dei conti, il fatto che l’appalto sia stato aggiudicato a Pergenova Breakwater (Webuild) senza una nuova gara dopo che la prima era andata deserta e che ci siano state, e continuino a esserci, troppe varianti al progetto. Varianti che, peraltro, non sono finite.
Palazzo San Giorgio aveva risposto, al tempo, che la diga – opera da oltre 1 miliardo di euro – poteva godere di una doppia deroga al codice degli appalti e che nessun conflitto di interesse fosse in atto. Secondo l’Anac, però, l’inserimento della diga nel programma straordinario delle opere che si possono realizzare in deroga alle norme è ingiustificato.
La nuova diga, in sostanza, non è un’opera “urgente” legata al crollo del ponte Morandi ma un’infrastruttura necessaria allo sviluppo del porto a prescindere dalle basi emergenziali che avrebbero giustificato l’iter più snello.
La mossa dell’Anac, in attesa che la delibera sia pubblicata, non porta a stop nei cantieri o ad altri effetti immediati ma sicuramente non è un bel segnale. Anche perché come più volte ribadito la nuova diga è l’opera più costosa tra quelle finanziate attraverso i fondi europei di ripresa e resilienza.
“Ancora una volta un’opera fondamentale per Genova, per la Liguria ma anche per tutto il Paese viene contestata per un vizio di forma e non di sostanza“. Così il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
“Se qualche pubblico funzionario ha scelto la via più breve rispetto ai cavilli burocratici che avrebbe rallentato o addirittura impedito la diga, allora va premiato e dovrebbe avere la gratitudine di tutti. La mia Liguria è la Liguria che applaude la Diga, non gli esposti sulla Diga. La mia Liguria combatterà sempre l’ipocrita forma a discapito della sostanza. E spero che l’Italia, sempre pronta a chiacchierare sulla necessità di semplificare, abbandoni per sempre la formula: tutte le regole più contorte sono state seguite alla perfezione, purtroppo l’opera non si è fatta”, conclude.
Intanto, a proposito delle varianti, i documenti del progetto che prevedono l’accorpamento delle fasi costruttive dell’opera (la fase B vale circa 350 milioni ulteriori rispetto all’appalto messo in discussione dall’Anac) sono in fase di procedura di assoggettabilità Via al ministero dell’Ambiente.
La variante dovrebbe consentire di realizzare l’opera in un’unica fase e prevederebbe una maggiore espansione delle aree interne del porto per sfruttare le terre di scavo di un’altra grande opera, il tunnel subportuale.
“Evidentemente Toti e Bucci, abituati a strepitare e travolgere le regole, pur amministrando da molti anni ormai, non hanno ancora imparato le norme della pubblica amministrazione, facendo un danno al nostro territorio – attacca il Pd -. Le scorciatoie rischiano spesso non di far arrivare prima, ma di portare nel dirupo, come è puntualmente accaduto in questo caso. A pagarne le conseguenze saranno i cittadini e le imprese liguri che vedranno allungarsi i tempi per la concretizzazione di interventi che potrebbero accrescere le potenzialità della Liguria. Siamo preoccupati che si possa assistere a un prolungamento dei tempi o addirittura a una sospensione del cantiere con il rischio di perdere quelle risorse che grazie al lavoro del Partito Democratico si erano ottenute”.