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Salvini assicura: “La nuova diga si farà tutta entro il 2026”. A maggio la posa del primo cassone

L'Autorità portuale valuta l'impugnazione della delibera di Anac, il ministro in aula: "Nessuna evidenza di indagini penali o contabili"

Generico aprile 2024

Genova. “La diga di Genova è fondamentale, si farà e rappresenterà uno snodo fondamentale per creare ulteriore lavoro e ricchezza nel Nord Ovest. L’opera prosegue e proseguirà nel pieno rispetto del cronoprogramma, tanto che a maggio avverrà la posa del primo cassone in mare. Ad oggi il termine dei lavori è previsto nei termini contrattuali“. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini rispondendo alle interrogazioni dei parlamentari liguri Ilaria Cavo, Valentina Ghio e Andrea Orlando durante il question time alla Camera. Rassicurazioni che arrivano dopo la delibera di Anac che ha confermato sette profili di criticità nell’assegnazione dell’appalto, delibera che ora l’Autorità di sistema portuale valuta di impugnare.

Nel frattempo è iniziata oggi a Vado Ligure la prefabbricazione del primo cassone: secondo quanto ha riferito in aula Salvini, si tratta del primo dei quattro destinati al pennello provvisorio di protezione dell’area di cantiere. Il primo getto di calcestruzzo sarà avviato verso fine settimana e proseguirà senza sosta fino al completamento del cassone che, una volta messo in galleggiamento, a maggio sarà posato davanti al porto di Sampierdarena, dove sarà affondato nella sua sede definitiva, al di sopra dello scanno di imbasamento realizzato sulle colonne di ghiaia. In parallelo, sempre nel cantiere di Vado, proseguono sulla testata della piattaforma i lavori per l’installazione delle gru a servizio del secondo impianto galleggiante di prefabbricazione dei cassoni, uno speciale mezzo nautico denominato Tronds Barge 33, dotato di caratteristiche necessarie a sostenere l’allestimento delle attrezzature per la produzione dei cassoni di più grande dimensione.

Salvini ha fornito altri dati sullo stato dei lavori: “Si è giunti a un avanzamento del 48% della posa in opera della ghiaia sul fondale con conclusione prevista per ottobre 2024. Per quanto riguarda il campo prova 1 sono state completate le 852 colonne previste dal progetto ed è in corso il monitoraggio dei cedimenti che sarà completato entro luglio. Per il campo prova 2 sono state completate 1.027 delle 1.265 colonne, il sistema di monitoraggio sarà completato entro agosto”.

Al momento, dunque, le contestazioni dell’Anac non hanno effetti concreti sui cantieri. D’altro canto il dossier, secondo indiscrezioni sarebbe già a disposizione della Procura europea, che potrebbe accendere i fari sulla maxi opera il cui primo lotto cuba 950 milioni, di cui 500 garantiti dal fondo complementare al Pnrr e il resto con altri stanziamenti governativi, mutui e risorse proprie della Regione e dell’Autorità portuale.

“Non abbiamo nessuna evidenza di indagini, né di natura penale né di natura contabile, e la stessa Anac non ha dato conto di alcuna informativa o trasmissione di delibera ad altri organi giudiziari – precisa però Salvini -. La delibera Anac non interrompe i lavori, tanto che la stessa Anac chiede di essere informata sullo stato di avanzamento. La nuova diga di Genova permetterà a grandi navi di portare container, lavoratori e ricchezza a Genova, alla Liguria e all’Italia intera, quindi è nostro obiettivo, mio e di questo governo, completare i lavori nei tempi prestabiliti“.

“Allo stato attuale – ha poi aggiunto il ministro – non si registrano incrementi di costo rispetto al valore inizialmente previsto che era già di 1,3 miliardi come sommatoria di due fasi da 950 milioni e 350 milioni. In occasione del recente decreto Pnrr abbiamo messo in sicurezza questo finanziamento rimodulando le risorse assegnate alle due fasi per consentire il completamento dell’intera opera entro il 2026 e anticipare la realizzazione della fase B originariamente non finanziata“.

Nel frattempo l’Autorità di sistema portuale del Mar Ligure Occidentale valuta di ricorrere contro la delibera dell’Anticorruzione: “Vedremo se impugnare la delibera di Anac, ma la delibera non incide assolutamente sulla continuità dei lavori che stanno andando avanti“, ha sottolineato oggi il commissario straordinario Paolo Piacenza.

L’Autorità anticorruzione ha confermato le osservazioni già contestate in prima battuta dall’ente portuale: il fatto che l’appalto sia stato aggiudicato a Pergenova Breakwater (Webuild) senza una nuova gara dopo che la prima era andata deserta, le troppe varianti al progetto, l’inserimento dell’opera nel programma straordinario di opere legate al crollo del ponte Morandi, quindi in deroga alle norme. a anche l’ipotesi di pantouflage e di “possibile conflitto di interessi dell’ingegner Marco Rettighieri, il quale era prima responsabile dell’attuazione del programma straordinario, tra cui è inserita anche la diga oggetto dell’appalto, e successivamente è divenuto presidente del consiglio di amministrazione di Webuild Italia, azienda facente parte del gruppo Webuild mandatario del raggruppamento vincitore dell’appalto”.

La mossa dell’Anac aveva mandato su tutte le furie il ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini (e dal vice genovese Edoardo Rixi), tanto che da Roma era arrivata una nota (anonima) di fuoco: “Sorprende lo stop dell’Anac, è come se pezzi di Stato remassero contro l’interesse nazionale. Tutte le obiezioni sollevate dall’autorità nazionale anticorruzione sono fortemente contestate dai nostri uffici, basti pensare che i costi dell’opera non sono aumentati e nessuna contestazione riguarda presunti fenomeni corruttivi”. Posizione che aveva ricevuto il plauso di Toti e Bucci, mentre l’Anticorruzione aveva replicato: non agiamo “per bloccare ma per agevolare la realizzazione delle opere nel rispetto della legalità“.

“Si tratta di un’opera strategica non solo per il sistema portuale ligure ma per lo sviluppo dell’intero Paese – commenta la deputata Ilaria Cavo di Noi Moderati -. Il ministro Salvini ha ribadito che l’opera è stata progettata e finanziata rispettando le norme e i criteri della trasparenza, e che il cronoprogramma non cambia e tutte le scadenze saranno rispettate. Noi siamo quelli del sì, quelli del fare. Per noi le infrastrutture si devono fare. Per noi la diga si deve fare. Alla forma anteponiamo la sostanza, alla burocrazia preferiamo il risultato. Per questo abbiamo confermato tutto l’appoggio al governo perché la sostanza prevalga anche su eventuali vizi di forma“.

“Il ministro Salvini ignora i rilevi di Anac: nessuna risposta nel merito su rischio risarcimenti milionari, che potrebbero ricadere sulla collettività, e su procedure poco trasparenti che potrebbero rallentare l’opera – accusano invece i deputati del Pd Andrea Orlando e Valentina Ghio -. Il cronoprogramma snocciolato dal ministro è scritto sulla sabbia, se prima non si risolvono i nodi sollevati da Anac. Una superficialità che conferma ancora una volta l’inadeguatezza di questo centrodestra al Governo e in Regione nella gestione e messa a terra di opere infrastrutturali fondamentali”.

“La diga di Genova, fondamentale per tutto il Nord Ovest e connessa ad altre opere di sviluppo e infrastrutturali importanti non può essere messa a rischio dalla superficialità di chi, invece di garantire un percorso rispettoso delle regole, ha avallato procedure piene di forzature e illegittimità – aggiunge Ghio -. Desta sconcerto la mancanza di trasparenza e correttezza che un progetto di questa entità avrebbe richiesto, una mancanza che, se non vengono rispettate le scadenze, potrebbe comportare la perdita di oltre 1,3 miliardi di finanziamento e pregiudicare l’opera, oltre a risarcimenti milionari a carico della collettività. Uno scenario da scongiurare in tutti i modi ma a cui il ministro Salvini non ha saputo dare risposte concrete e valutazioni di scenario in grado di tutelare la prima opera del Pnrr nel nostro Paese”.

 

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