Genova. Con la presenza del lupo oramai acclamata anche nella nostra regione, i cacciatori fanno quadrato e chiedono interventi immediati per ristabilire distanze e proporzioni tra umani e predatori. Questo in sintesi l’esito della presentazione avvenuta questa mattina nella sede di Regione Liguria del report stilato da Federcaccia delle predazioni subite da animali da affezione da parte di lupi, solitari o in branco.
Un dossier costruito in quasi un anno di lavoro che presenta numeri importanti, secondo quanto ricostruito dall’associazione che rappresenta i cacciatori. Sarebbero infatti 400 le predazioni subite da cani negli ultimi anni (alcuni dati georeferenziati risalgono al 2014), di cui 150 solamente dal novembre del 2022. Il report, primo del suo genere, sarà presentato prossimamente a Roma, per provare a trovare una sponda istituzionale di massimo livello, visto che in discussione in commissione alla Camera dei Deputati è in via di stesura una legge sui grandi carnivori.
Il documento illustrato questa mattina “Non può considerarsi scientifico – ha sottolineato Andrea Campanile, presidente Federcaccia – ma vero, basato su testimonianze raccolte tra i padroni delle vittime”. Vittime che come lo stesso dossier riporta, per il 55% si tratta di cani da caccia attaccati durante battute di caccia o addestramento, cosa confermata dal fatto che a riportare ferite (il decesso è arrivato nel 69% dei casi) sono soprattutto i segugi di varie razze, vale a dire cani da caccia (circa il 50% dei casi). E nella timetable degli eventi spiccano specialmente nell’ultimo anno i mesi di novembre e dicembre 2022 e gennaio 2023, vale a dire i mesi della stagione venatoria.
Il report riporta altri dati: la maggior parte delle predazioni documentate sono state registrate nel Lazio (46%) con la Liguria che si ferma a circa il 5%. Il contesto dell’evento è maggiormente quello boschivo (52.4 %) seguito dalla casa isolata (24.7%) e dalla zona agricola (15.7%). Per quanto riguarda la percezione del lupo, sempre sul totale dei casi raccolti da Federcaccia nel 54% dei casi un lupo sarebbe stato avvistato nelle due settimane precedenti l’evento, mentre nel 14% dei casi non era mai stato visto in zona. Nel 53,9 % dei casi, però, la predazione non è stata denunciata formalmente.
A rappresentare Regione Liguria durante la presentazione di questa mattina il vicepresidente Alessandro Piana: “L’incremento della popolazione dei lupi in Italia con 3300/3600 esemplari secondo dati Ispra e il cambiamento delle abitudini, dalla maggiore confidenza con l’uomo al fenomeno dell’ibridazione e della diffusione di patogeni con i cani, ha portato ad un altro rischio concreto: che i cani vengano percepiti anche come prede – ha sottolineato – I numeri di questo report sono altissimi, e non possiamo permettercelo sia come Paese che come Regione”.
“Abbiamo fatto una fotografia di una situazione in divenire – ha sottolineato Isabella Villa, Federcaccia – se in Liguria la situazione non è come nel Lazio e in Toscana, esistono situazioni allarmanti come a Sassello e a Bavari dove potrebbero esserci dei branchi stanziali e dove le segnalazioni sono quotidiane. Secondo quanto dice Ispra il 19% dei lupi italiani sta in Liguria. Noi non vogliamo aprire la caccia al lupo, ma servono delle soluzioni che arrivino dalla scienza e dalla politica”.
“Dobbiamo capire che la convivenza va bene, ma deve esserci distanza tra lupi e uomo – ha sottolineato Francesco Bruzzone, deputato della Lega e cacciatore – noi oggi viviamo una sudditanza nei confronti del lupo e seguendo le derive “animalare” rischiamo di fare come con i cinghiali, che per anni sono stati difesi e che oggi muoiono tra atroci sofferenze devastati dalla peste suina. La politica deve trovare degli spazi dove il lupo può stare e degli spazi dove non può stare. Non bisogna fare l’eradicazione totale come avvenuto a fine 8oo, ma l’uomo, ancora una volta, deve svolgere la funzione di regolatore”.
Nel frattempo Regione Liguria ha approntato nuove regole per i risarcimenti per il bestiame predato, con tariffe più alte e modalità più semplificate: “Stiamo cercando nuove risorse – ha assicurato Piana – Gli allevatori, sono fondamentali per la nostra regione, garantiscono una biodiversità unica in Liguria e un appeal anche turistico che deve essere tutelato”. Nel frattempo le guardia zoofile liguri sono state dotate di proiettili di gomma per allontanare selvatici pericolosi dalle zone di contatto con l’uomo.