Genova. Slittano ancora i tempi per l’attivazione del Terzo Valico dei Giovi, opera da oltre 7 miliardi di euro finanziata dal Pnrr, che da 13 anni attende di essere completata. Nei documenti ufficiali di Rfi ormai si parla di dicembre 2025 per il completamento delle gallerie da parte del Cociv e di luglio 2026 per il passaggio dei primi treni. In realtà si tratterà di un’entrata in funzione parziale, come ha chiarito nelle scorse ore il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi intervenuto alla Genoa Shipping Week.
“Per il 2026 prevedo il transito dei treni probabilmente su una canna sola, come avvenuto ad esempio in Svizzera” ha spiegato Rixi ricordando i “problemi geologici sorti durante i lavori”. Ma “devono cambiare, e l’abbiamo già previsto a luglio scorso, i metodi di lavorazione, nel senso che normalmente si scava e poi si fa l’andamento ferroviario: ciò costa di meno. Invece sul Terzo Valico si manterrà un andamento ferroviario mentre si scava per ridurre di due anni i tempi“.
“La scommessa deve essere di tutti – ha aggiunto il viceministro genovese -. Anche le aziende si giocano la faccia su opere di questo livello. Così come se la gioca il viceministro quando va a parlare in giro. Il cantiere del Terzo Valico è il simbolo del Paese, se il Paese non chiude il Terzo Valico nel ’26, non è il governo o qualcuno che ci rimette qualcosa, è il sistema Paese. Parliamo di un’opera nata ormai da decenni che deve avere un termine, altrimenti sarà difficilissimo far credere ai cittadini che siamo in grado di fare altre cose”.
L’avanzamento degli scavi è arrivato oggi all’85%. Basti pensare che a dicembre 2022 (cioè quasi un anno fa), mentre il ministro Salvini celebrava in cantiere il “ponte di Messina del Nord”, la percentuale dichiarata era 82%. In sostanza si è andati avanti al ritmo di un punto percentuale ogni tre-quattro mesi. Colpa delle grosse difficoltà tecniche emerse lungo il percorso e dell’aumento dei costi, come in tutti i cantieri. L’ultimo diaframma sulla galleria di valico, secondo le ultime previsioni, dovrebbe cadere tra un anno e mezzo.
A dicembre 2025 dovrebbero terminare anche i lavori per la riattivazione della linea del Campasso, cioè l’ultimo miglio tra il bivio Fegino e l’entrata in porto. Meno complessa, almeno in teoria, è la situazione del nodo di Genova (è stato tutto riunito nello stesso progetto sotto il commissario Calogero Mauceri) per cui si prevede il completamento nell’estate del 2025 e l’attivazione entro lo stesso anno. In ogni caso, per poter beneficiare di un collegamento Genova-Milano in meno di un’ora bisognerà aspettare il 2028, stando alle ultime previsioni dell’amministratore delegato delle Ferrovie Luigi Ferraris, che si riferivano peraltro a stime più ottimistiche sul Terzo Valico. Questo perché la linea ad alta capacità arriverà fino a Tortona, mentre gran parte degli interventi di potenziamento in Pianura Padana deve ancora iniziare.
Intanto preoccupa la decisione di Amplia, società del gruppo Autostrade, di sfilarsi dal cantiere del collegamento Pra’-Valpolcevera, quello che dovrà essere percorso dai treni merci per imboccare il Terzo Valico. Decisione dettata soprattutto dalla necessità di concentrare le forze sui cantieri della rete autostradale. “Speriamo si trovi una soluzione in tempi celeri per il subentro di una nuova ditta perché ogni mese perso contribuisce ad accrescere i disagi che si ripercuotono sul settore trasporto merci – spiega in una nota la Fai, associazione dell’autotrasporto, per voce del segretario generale Gianfranco Tiezzi -. Il Terzo Valico rappresenta un’infrastruttura strategica per tutto il Paese e rappresenta un tassello imprescindibile del corridoio Reno-Alpi per collegare l’Italia al resto dell’Europa. Per questo chiediamo un intervento risolutivo da parte del Governo”.