Genova. Che fine ha fatto il progetto del nuovo terminal di Costa Crociere a Calata Gadda? “In questo momento lo abbiamo scartato per una serie di motivi“. La conferma definitiva arriva dal presidente dell’Autorità portuale Paolo Emilio Signorini durante la conferenza stampa per l’avvio dei lavori sull’ex silos Hennebique: nell’area tra il Porto Antico e le riparazioni navali non si vedranno navi col comignolo giallo.
Tramonta così il progetto della società Zena Cruise Terminal, partecipata al 40% da Costa Crociere, al 40% dal cantiere navale San Giorgio e al 20% da Costa Edutainment. Un investimento da 88 milioni (35 li avrebbe messi proprio palazzo San Giorgio) per dotare anche Genova di un “Palacrociere” sul modello di Savona e La Spezia. A inizio 2020 il presidente Signorini aveva previsto un termine di cinque anni per la realizzazione e poco dopo l’opera era entrata nel maxi pacchetto di opere per il rilancio della città dopo il crollo di ponte Morandi.
Invece non se ne farà più nulla. E le ragioni sono molteplici. “Il primo motivo – spiega Signorini – è che in quell’area ci sono diversi riparatori navali che erano disponibili a una risistemazione globale, ma comunque il terminal sarebbe stata una fonte di interdipendenze non da poco. Il secondo punto è che con Regione e Comune abbiamo firmato un accordo con Autostrade che prevede il tunnel subportuale“. E l’infrastruttura, secondo il progetto di massima, sbucherà proprio in quel punto, generando “una pesante area di interferenza col comparto”.
Insomma il tunnel sotto il porto, sponsorizzato da Autostrade come alternativa alla Sopraelevata per la sua condizione di “obsolescenza materiale e statica”, sarà la pietra tombale sul nuovo hub di Costa Crociere. Ma c’è anche una terza ragione: il secondo terminal sorgerà proprio nell’ala di Ponente dell’edificio Hennebique, anche se non sarà ad uso esclusivo della compagnia fondata a Genova. “Auspichiamo che Msc e Costa possano trovare nella modalità gestionale dei due terminal le opportune sinergie”, ragiona Signorini che già l’anno scorso insisteva perché i due competitor trovassero un’intesa.

La convenzione stipulata con Stazioni Marittime dal gruppo Vitali, che ha appena iniziato i lavori sull’ex silos granario, ha una durata ventennale e si riferisce a una superficie complessiva di circa 6mila metri quadrati che saranno una sorta di estensione della stazione marittima utilizzabile da tutti gli operatori. Davanti all’Hennebique sarà realizzato un riempimento largo 15 metri e la banchina di Levante di ponte dei Mille sarà riprofilata. Questi lavori saranno realizzati nell’ambito del programma straordinario di interventi sotto l’egida del commissario Marco Bucci.
Le aspettative sono comunque altissime. Secondo i costruttori il nuovo terminal consentirà di aumentare il traffico crocieristico a Genova di oltre il 50%. Ottimismo condiviso dall’amministratore delegato di Stazioni Marittime, Edoardo Monzani: “Dopo un 2020 disastroso per le crociere nella seconda metà di quest’anno vediamo una ripresa, 400mila passeggeri. Ma puntiamo a tornare ai livelli del 2019, cioè 1 milione e 400mila passeggeri. Grazie a questo progetto avremo un nuovo approdo piuttosto lungo per le navi e romperemo tutti i record di traffico registrati finora”.

Archiviato il progetto su Calata Gadda e atteso entro il 2023 il nuovo terminal all’Hennebique, per traghetti e crociere gli spazi a Genova non bastano mai. “Non escludiamo un nuovo progetto di ampliamento per aumentare le possibilità di gestire il traffico“, annuncia Monzani che però non fornisce ulteriori dettagli, nemmeno sull’ipotesi di un ampliamento verso Ponente come ipotizzato in passato. “Coi volumi in crescita che ci attendiamo è ovvio che i terminal devono avere sia maggiori spazi come accosti sia maggiori spazi a terra – conferma Signorini – ma teniamo presente che dall’altra parte della strada abbiamo il centro storico, quindi le possibilità sono limitate”.