Genova. “Tamponi per tutti i passeggeri? E’ possibile, lasciamo questa opzione aperta. Ovviamente i nostri test saranno molto affidabili, la tecnologia si sta sviluppando velocemente. Potrebbero arrivare”. Così l’amministratore delegato di Costa Crociere Michael Thamm, al termine dell’incontro con il presidente della Regione Giovanni Toti e il presidente dell’autorità portuale Paolo Emilio Signorini, conferma che la compagnia è pronta a ripartire con un primo viaggio da Genova il 19 settembre e un protocollo di sicurezza che potrebbe diventare molto stringente.
“Ci sono cose che non sappiamo di questo virus, preferiamo avere una partenza molto lenta e responsabile per garantire il massimo livello di sicurezza ai nostri passeggeri. Useremo questo tempo per prepararci ciascuno con molta prudenza”, dice Thamm spiegando il perché di una ripresa posticipata rispetto ai concorrenti di Msc che invece salperanno la prima volta da Genova con Grandiosa il prossimo 16 agosto.
“La base del protocollo è stata creata con l’Ue e dal governo supportato da un gruppo di consulenti medici, quindi vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane. La situazione è molto fluida, potremmo introdurre altre misure”, aggiunge l’amministratore delegato di Costa e del gruppo Carnival Asia, aprendo poi all’ipotesi di tamponi per tutti i passeggeri come ha deciso di fare la compagnia di Aponte.
Confermata la consegna di Costa Firenze il 16 dicembre 2020 e sono complessivamente cinque le nuove navi attesa dalla compagnia per rinnovare la flotta dopo la vendita di due unità tra cui la Costa NeoRomantica.
E il nuovo terminal da costruire a Calata Gadda? Il coronavirus ha stoppato i piani di Costa: “Per ora siamo in una situazione in cui abbiamo porti vuoti ovunque nel mondo perché ci sono pochissime crociere in navigazione. Fateci riportare le crociere e torneremo a parlarne”, continua Thamm. Il progetto era stato inserito nelle opere incluse sotto la dotazione del commissario Marco Bucci, con un finanziamento pronto a salire a 1,9 miliardi coperti in buona parte dal governo. Adesso però la compagnia, messa in difficoltà dalla pandemia, deve rifare i conti. “Resta sul tavolo, però non è all’ordine del giorno“, ha aggiunto l’ad Thamm.
“E’ ovvio che l’effetto Covid a livello mondiale abbia messo gli investimenti in secondo piano rispetto alla ripartenza delle crociere – spiega il presidente del porto Signorini -. Abbiamo concordato con il presidente Toti, Thamm e il sindaco Bucci, che oggi non c’era, un nuovo incontro per fare il punto nelle prossime due settimane“.
Ora l’Autorità portuale è a caccia di strutture dove ospitare eventuali positivi a bordo delle navi per evitare il blocco totale che verrebbe deciso in questi casi dall’Usmaf: “Era una grandissima difficoltà prima del lockdown – spiega Signorini -. Il problema è avere strutture in grado di accogliere nuovi positivi asintomatici. Nel prossimo mese avremo modo di verificare le procedure”.