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Tunnel subportuale, ecco il progetto di Autostrade che collega viale Brigate Partigiane a San Benigno fotogallery

Diversi gli espropri necessari con demolizioni di capannoni e edifici commerciali: la sopraelevata demolita dopo l'entrata in funzione del tunnel principale

Tunnel subportuale il progetto di Aspi

Genova. Un tracciato di 4,2 chilometri che collegherà viale Brigate Partigiane con lungomare Canepa, passando prima sotto Carignano, con una intersezione mediana compresa tra la zona Madre di Dio e molo Giano, poi sotto il porto, riemergendo ai piedi della Lanterna presso lo snodo di San Benigno. Questo in sintesi il contenuto del progetto di fattibilità tecnico economica del Tunnel Subportuale di Genova, depositato da Autostrade per l’Italia presso gli uffici tecnici di Regione Liguria per l’inizio del percorso burocratico fatto di valutazioni, pareri e ed eventuali approfondimenti sull’impatto dell’opera sull’assetto urbanistico, viario, ambientale e portuale.

Il documento illustra le varie criticità che sono state affrontate durante la stesura partendo anche dagli studi fatti nei decenni scorsi in cui l’opera fu ipotizzata senza mai arrivare ad un progetto concreto. Restano tuttavia diversi nodi da sciogliere, legati soprattutto alle eventuali decisioni sulle attività da conservare durante le lavorazioni, soprattutto in ambito portuale, e alcuni dati da approfondire per quanto riguarda il passaggio sotto il tratto marino e lo sbocco a est.

La prima cosa che emerge è che il tunnel subportuale, che sarà costituito da due canne parallele una per senso di marcia collegate da bypass, si sviluppa con più quote. Partendo da est, l’ingresso avverrà sotto corso Saffi, scendendo fino a 30 metri di profondità per il passaggio sotto la zona urbana. In questo modo si eviterà anche l’interferenza con le fondazioni delle nuovo ospedale Galliera, che scenderanno di diverse decine di metri sotto terra, e gli scavi futuri del Waterfront. Dopo questo tratto seguirà un ulteriore inabissamento fino a 45 metri di profondità per attraversare il bacino portuale. Infine si tornerà rapidamente a vedere le stelle a San Benigno, sotto la Lanterna.

Tunnel subportuale il progetto di Aspi
Lo schema con le profondità del tunnel

L’ingresso di via Brigate Partigiane è stato scelto in quella posizione per evitare interferenze con la Sopraelevata: tutte le lavorazioni di scavo e la messa in opera dei tunnel principali saranno realizzabili ‘in parallelo’, senza quindi demolire parte della Aldo Moro, cosa che però si dovrà fare in parte per la realizzazione dei raccordi dello svincolo Madre Di Dio, dove le lavorazioni di completamento potrebbero durare almeno 12 mesi, ma con già il tunnel operativo nelle direttrici principali, est – ovest e viceversa. Le principali interferenze saranno proprio per la costruzione degli imbocchi, per corso Saffi, per quanto riguarda la operatività portuale a ponente della galleria.

La realizzazione del tunnel subportuale comporterà una ingente produzione di materiale da scavo; da una stima effettuata da Aspi “tenendo in considerazione le lavorazioni che subirà il materiale nelle fasi di scavo e successiva ricollocazione”, il volume da ricollocare ammonta a quasi 2,5 milioni di metri cubi di smarino, che potrebbe essere utilizzato, secondo una ipotesi preliminare, per i riempimenti della diga foranea o per il previsto tombamento di calata Bengasi. Il piano però non entra nello specifico, riservandosi di approfondire il tema con un successivo piano di gestione delle terre di scavo, tenendo conto di quanto materiale estratto possa essere fattivamente riutilizzato in loco per le esigenze di costruzione della struttura e, soprattutto, di che materiale la super talpa scudata prevista per lo scavo incontrerà fattivamente sul suo percorso, stime e sondaggi a parte.

Espropri e demolizioni

Oltre a parte della Sopraelevata, la cui sorte è ancora da determinare, sono diverse le demolizioni previste. Per quanto riguarda l’imbocco di via Brigate Partigiane, è prevista la demolizione del distributore e dell’edifico che oggi ospita un concessionario e Genova Parcheggi. Si tratta una demolizione da circa 11mila metri cubi. Non saranno toccati edifici considerati storici. L’unica incognita riportata dal documento è quella della possibile presenza di manufatti dal valore archeologico, visto che il muraglione che sostiene corso Saffi potrebbe celare le tracce del millenario passato di insediamenti sulle originarie sponde del Bisagno.

Tunnel subportuale il progetto di Aspi
Le demolizioni previste a San Benigno

Per quanto riguarda l’imbocco di San Benigno, secondo il progetto dovrà essere demolito il capannone industriale oggi occupato da una azienda di logistica, la CSM srl: si tratta di un intervento che prevede 200 mila metri cubi di detriti, per un’area da liberare di circa 15mila metri quadrati.

Per la realizzazione delle rampe di connessione con la direttrice di via della Casaccie e relativo centro cittadino, si dovrà intervenire anche in zona Molo Giano, demolendo una serie di edifici portuali di calata della Grazie: quasi 4mila metri quadrati di spazi per circa 36mila metri cubi di materiale da asportare.

Il destino della sopraelevata

Non è ancora certo il destino della sopraelevata. Il documento di Aspi introduce due aspetti che potrebbero essere decisivi per il futuro della infrastruttura costruita negli anni 60 del secolo scorso: secondo quanto riportato dal progetto, dovrà essere conservato il tratto minimo tra San Benigno e via Buozzi, per consentire la funzionalità dello snodo, e dovrà essere poi demolita la parte della zona Madre Di Dio per la realizzazione delle rampe in interconnessione. Quindi al massimo la Aldo Moro potrebbe arrivare da ovest fino al Porto Antico. Sarà la “città” a decidere quindi cosa farne, a prescindere dal tunnel subportuale.

Le interferenze e le criticità

I nodi da sciogliere però restano a ponente, vale a dire con l’assetto dell’imbocco a San Benigno, dove si intrecciano necessità di cantiere e di funzionalità delle attività portuali. Il tunnel dovrà essere direttamente connesso con lungomare Canepa e il nodo di san Benigno (e quindi l’accesso alla A7) in entrambe le direzioni. Per questo motivo sono state sviluppate diverse soluzioni arrivando all’opzione finale che prevede il pozzo di scavo al posto del capannone industriale demolito e la connessione diretta con lo snodo e la nuova viabilità portuale prevista.

Tunnel subportuale il progetto di Aspi
La soluzione pensata per lo sbocco a ovest in area portuale

Durante lo studio del tracciato sono emerse alcune interferenze con i nuovi canali del Waterfront, prossimi alla realizzazione: le rampe dello snodo Madre Di Dio, infatti, nella loro ipotesi iniziale avrebbero incontrato i nuovi scavi. Per questo motivo è stata sviluppata una nuova soluzione, più complessa dal punto di vista ingegneristico, che prevede una maggiore profondità di scavo (30 metro di profondità) e quindi lo sviluppo delle rampe più a ponente.

Costi e tempistiche del tunnel subportuale

Secondo le stime riportate dal progetto del tunnel subportuale, il costo dell’opera dovrebbe aggirarsi intorno ai 700 milioni di euro, compresi gli oneri per la sicurezza, le opere di bonifica, gli espropri (per cui sono ipotizzati 83 milioni). La base d’asta per l’appalto sarà sulla quota delle lavorazioni, vale a dire sui 550 milioni.

I cantieri potrebbe quindi partire tra circa un anno, nella seconda metà di maggio 2023, e durare almeno 70 mesi, con fine prevista di tutti gli interventi nel marzo del 29. La canna principale del tunnel però sarà terminata prima, vale a dire nel marzo del 2028, e potrebbe entrare subito in funzione per permettere l’abbattimento di una parte della sopraelevata necessario per far spazio alle rampe dello svincolo Madre Di Dio dando uno sfogo alla viabilità cittadina. L’ultimo anno, quindi, sarebbe riservato a quest’ultimo intervento che legherà il tunnel sub portuale al cuore della città.

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