Riforma

Diritto all’alloggio, Toti: “Verso riorganizzazione di Arte”

"Revisione dei criteri di accesso per garantire l'eguaglianza dei diritti"

millesimo, case popolari via moneta
Foto d'archivio

Liguria. “Stiamo lavorando alla riorganizzazione del sistema delle Arte liguri (aziende territoriali regionali per l’edilizia) per rendere effettivo il diritto all’abitazione. Questa sarà la prossima riforma che porteremo in consiglio regionale articolata su tre linee di intervento: aiutare gli inquilini all’acquisto, costruire nuovi stock abitativi per le giovani coppie e le famiglie, rendere effettivi i diritti, mettendo fine alle occupazioni abusive e velocizzando i tempi di assegnazione degli immobili, visto che ci sono oltre 600 abitazioni che non vengono assegnate a Genova”.

Lo ha annunciato il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti al convegno “Dimensioni del disagio abitativo in Italia, focus sulla Liguria” ai Magazzini del Cotone di Genova. “All’interno della riforma – ha continuato Toti – vi sarà anche la revisione dei criteri di accesso, tenendo conto del grave momento di crisi che sta vivendo l’Italia, con un disagio che si è allargato alla famiglia media italiana, soprattutto monoreddito e con più figli. L’obiettivo è quello di garantire l’uguaglianza dei diritti”.

Ammontano a 16.327 gli alloggi di Arte in Liguria, ma solo il 30% di quello che entra dai canoni può essere utilizzato per la manutenzione. Per la manutenzione ordinaria servirebbero oltre 7 milioni di euro, ma la disponibilità ammonta a soli 5 milioni che derivano dalla vendita del patrimonio, spiega in una nota la regione Liguria.

Per quanto riguarda la manutenzione straordinaria servirebbero 97 milioni, ma le Arte ne hanno a disposizione solo 19. “E’ evidente – spiega l’assessore regionale all’ Urbanistica e all’Edilizia, Marco Scajola – che non essendoci risorse, il degrado degli immobili aumenterà, in quanto manca l’80% di quanto serve per recuperare le strutture. Le risorse a disposizione sono del tutto inadeguate, pertanto bisogna affrontare il fenomeno sotto diversi punti di vista, sia coinvolgendo il Governo per una nuova politica nazionale sulla casa con il concorso anche delle Regioni, sia mettendo in atto una nostra riforma. Altrimenti il sistema e’ destinato a un progressivo degrado, con ricadute negative sull’utenza. C’è da fare un lavoro enorme per questo chiediamo all’esecutivo una riforma nazionale concordata con le Regioni che hanno comunque limiti economici”.

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