Voto di scambio

Maxi-inchiesta, i rapporti tra Cozzani e la “cricca di amici” siciliani che secondo i pm ha portato i voti ad Anzalone

I gemelli Testa avrebbero spostato, con l'aiuto dell'ex sindacalista Maurici e altre figure, centinaia di voti in Valpolcevera. Il capo di gabinetto di Toti nelle intercettazioni: "Non vorrei trovarmi la Dia in ufficio..."

Generico maggio 2024

Genova. “Me ne frega soltanto che un bel giorno una mattina non vorrei trovarmi la Dia in ufficio”. A parlare, in auto, con la deputata spezzina Manuela Gagliardi, è Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Giovanni Toti in Regione Liguria ed ex sindaco di Portovenere, anello di congiunzione tra la maxi inchiesta per corruzione della procura di Genova e quella della procura della Spezia.

La battuta è relativa a una serie di rapporti pericolosi che Cozzani, nel 2020 al tempo coordinatore regionale della campagna elettorale per le regionali per la lista “Cambiamo con Toti Presidente”, aveva intessuto con alcune figure legate alla comunità siciliana dei riesini a Genova. Un gruppo che si autodefiniva “cricca di amici”.

Figure, in parte, anche colluse con Cosa Nostra, secondo i pm, e che in cambio di promesse di posti di lavoro e l’assegnazione di case popolari, avrebbero portato centinaia di voti agli arancioni. In particolare a Stefano Anzalone, oggi consigliere regionale del gruppo Misto.

A Matteo Cozzani, al tempo coordinatore regionale della campagna elettorale per la Lista “Cambiamo con Toti Presidente”, viene contestato (in concorso con il presidente della Regione Liguria, per il quale non è stata chiesta alcuna misura cautelare/interdittiva in relazione a questo delitto) il reato di corruzione elettorale (art. 86 DPR 570/1960).

Gli altri protagonisti di questo filone dell’inchiesta per corruzione elettorale, in alcuni casi anche con l’aggravante del favoreggiamento della criminalità organizzata, sono Venanzio Maurici, ex sindacalista della Cgil in pensione ma considerato dai pm referente genovese del clan dei Cammarata del Mandamento di Riesi sulla base delle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia.

Poi Maurizio Testa e Arturo Angelo Testa, gemelli, residenti nel bergamasco, anche loro legati alla comunità riesina e di fatto “trasferiti” per due settimane a Genova sotto elezioni per portare avanti la campagna elettorale.

Nonché Stefano Anzalone, nei confronti del quale secondo i pm vennero convogliati decine voti solo in Valpolcevera e Umberto Lo Grasso, oggi consigliere comunale della Lista Toti a Genova ma in passato esponente della Margherita e già consigliere di municipio in Valpolcevera.

Per quest’ultimo la condotta illecita configurata è quella di favoreggiamento personale. Lo Grasso, chiamato dalla “cricca” il “pupillo”, in più occasioni disse ai fratelli Testa di non parlare di certi argomenti al telefono: “State attenti perché stanno indagando su queste cose”.

Tra gli elementi chiave, emersi dalle carte della procura di Genova, l’organizzazione di una cena per il sostegno di Toti da 250 persone al ristorante Punta Vagno, in corso Italia, il 12 settembre 2020, pochi giorni prima delle elezioni. A quella cena partecipò anche il governatore ligure, oltre ad altri candidati poi eletti, Lilli Lauro e Stefano Anzalone, ma anche lo stesso Cozzani e Alessandro Sorte, ex parlamentare di Noi Moderati, che non è indagato.

E’ stato lui, secondo le intercettazioni, a presentare i gemelli Testa a Cozzani e in particolare a proporre al braccio destro di Toti Arturo Angelo Testa come candidato alle regionali in Liguria. Secondo l’ex deputato Testa, nonostante fosse residente in Lombardia, avrebbe portato alla lista Toti i voti della folta comunità riesina e di tutti i siciliani.

Poi però la stessa comunità scelse come riferimento Stefano Anzalone. A spiegarlo è in un’intercettazione lo stesso Arturo Angelo Testa: “Poi i giornalisti tirano fuori la storia del braccio alzato”. Il riferimento riguarda un fatto di cronaca del luglio 2011 concernente una fotografia dei gemelli Testa a Predappio mentre compivano il saluto romano davanti al busto di Benito Mussolini, episodio che aveva determinato le dimissioni dalla carica di vicesindaco di Boltiere (Bergamo) di Italo Maurizio Testa.

Giovanni Toti, secondo la procura era al corrente della situazione. “Ho parlato con il presidente e m’ha detto di contattarti e approfondire un po’ il discorso”, dice Cozzani al telefono con uno dei due Testa, all’inizio di settembre 2020. Per questo anche a Toti è stato contestato il reato di corruzione elettorale (ma non è stata chiesta alcuna misura cautelare/interdittiva in relazione a questo delitto).

A più riprese, e sempre avendo come riferimento locali della Valpolcevera, come il circolo Concordia, o il Bar Gianni, i Testa iniziano a promettere oltre 400 voti in cambio di favori. In particolare posti di lavoro sicuri “a tempo indeterminato, non contratti di merda” e trovano sponda in Matteo Cozzani che fattivamente proverà – senza riuscirci – a procurarli.

Per mesi andranno avanti i tentativi di Cozzani, che inizialmente parlerà del porto “tre o quattro posti di lavoro in porto te li trovo domani” e poi coinvolgerà anche il consigliere di amministrazione di Iren, Cristiano Lavaggi, per fare assumere cinque parenti e amici dei riesini in una società del gruppo, la Cosme.

Le elezioni di settembre 2020 sono vinte dal centrodestra – nelle 12 sezioni elettorali della Valpolcevera nel territorio dove hanno fatto campagna i riesini sono risultate 383 preferenze per Cambiamo con Toti Presidente, di cui 142 per Anzalone, 119 per Ilaria Cavo e 62 per Lilli Lauro, politiche queste due, non indagate. Emerge anzi, dalle carte e dalle intercettazioni, che Cavo cercò di evitare il sostegno. Perplessità a cui Cozzani rispose: “Ma dai, questi sono come la mortadella, poca spesa tanta resa”.

Dopo le elezioni, i gemelli Testa cercano di ottenere i favori promessi ma incassano le prime delusioni. Realizzano di essere stati “bannati” da Stefano Anzalone, che sparisce dal loro radar e non risponde più ai loro messaggi e non si presenta agli appuntamenti. In vista delle comunali genovesi del 2022 infatti, torneranno alla carica ma cercando di non sfruttare più il nome di Anzalone né quello di Lo Grasso, considerati alla stregua di traditori. Altri nomi di politici totiani eletti alle comunali potrebbero presto entrare nella lunga lista degli indagati.

Continuano invece per almeno un anno i rapporti con Cozzani che oltre a insistere per fare assumere i cinque “ragazzi” si muove con il segretario dell’assessore all’Urbanistica Scajola, Carlo Sacchetti, (nessuno dei due è indagato al momento) per facilitare un cambio di assegnazione di una casa pubblica di Arte per un cittadino legato ai riesini e che voleva trasferirsi nella zona di Certosa.

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