Genova. Un maxi traffico di cocaina dai porti del Sudamerica a quello di Genova, andato avanti per anni, nonostante i tanti sequestri e gli arresti è stato sgominato grazie a un’operazione del Ros dei carabinieri, supportato dai militari dell’Arma territoriale di Genova, Como e Reggio Calabria, che ha eseguito un’ordinanza di applicazione della misura della custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Genova su richiesta della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo, nei confronti di ventidue persone, tra cui uno di nazionalità dominicana, due di nazionalità colombiana, sette di nazionalità albanese.
Sei degli indagati arrestati sono accusati di essere componenti di una associazione per delinquere, operativa dal 2014 a Genova, nonché a Panama; Colombia e Venezuela finalizzata alla importazione dall’America Latina di ingenti quantitativi di cocaina, che veniva caricata su navi dirette al porto di Genova, e, una volta recuperata, grazie alla complicità di lavoratori operanti negli scali portuali cittadini, rivenduta a terzi, oppure, al recupero di carichi di droga destinati ad altre organizzazioni criminali, grazie alla possibilità dell’associazione di assicurare anche tali servizi, in tal caso facendosi ricompensare con una percentuale (in denaro o in cocaina), intorno al 20% del prodotto importato o con una somma equivalente, come corrispettivo per il recupero del carico in porto.
L’associazione per delinquere secondo gli investigatori era diretta da Gabriele Puleo che ha potuto disporre di una rete di contatti con organizzazioni di narcotrafficanti sudamericani. Anche dopo il suo arresto, avvenuto il 7 ottobre 2015 mentre cercava di recuperare un carico 148 chili di cocaina, in concorso con il latitante Giuseppe Bellocco) Puleo, pur essendo detenuto, comunicava con i complici (tra questi Marco Cuoco, Vincenzo Puleo) per mezzo di criptofonini o di sistemi artigianali di comunicazione crittografata, continuando ad organizzare e finanziare per conto dell’organizzazione l’importazione di nuovi carichi di cocaina provenienti dalla Colombia e dalla Repubblica Dominicana, e destinati all’Italia, tramite il porto di Genova, l’aeroporto di Parigi, l’aeroporto di Amsterdam.
Il pagamento dello stupefacente era effettuato attraverso un metodo di interposizione consistente nella consegna del contante ad un intermediario in Italia, indicato dai fornitori, il quale si occupava della rimessa a questi ultimi, avvalendosi di canali extrabancari e consegnando ricevuta agli acquirenti.
Agli indagati vengono contestati nove episodi di importazione di cocaina da Colombia, Repubblica Dominicana, Panama, per complessivi 670 kg e un valore commerciale di 25 milioni di euro, oltre a 38 episodi di detenzione e cessione di droga (per due di questi viene contestata l’aggravante di cui all’art. 416 bis.1 cp ed in particolare la finalità di agevolare l’attività della cosca di ndrangheta Bellocco).
Agli indagati sono state sequestrate anche diverse armi, tra cui due pistole a tamburo Smith & Wesson mod. 686 cal. 357 magnum con canna da 4”, una bomba a mano M75; una pistola mitragliatrice Zastava mod. M56 cal. 7,62×25 mm (tokarev); due fucili d’assalto Zastava mod. M70 cal. 7,62×39 mm, riproduzioni
del più noto AK-47 (Kalašnikov). pistole semiautomatiche Beretta cal. 9, un revolver marca Smith & Wesson cal. 38SP, pistole marca Colt mod. 1911 cal. 45 ACP e Beretta mod. 70 cal. 7,65.
I reati contestati sono stati commessi dal settembre 2014 a dicembre 2022. L’indagine ha beneficiato del contributo informativo di Europol, che ha tempestivamente veicolato le informazioni provenienti dalle indagini avviate dalle Autorità francesi su gruppi criminali che utilizzavano un sistema di comunicazione criptato denominato EncroChat e alimentato il flusso informativo relativo ai dispositivi SkyEcc e della collaborazione di Eurojust che ha facilitato l’agevole e tempestiva acquisizione, tramite ordine di indagine europeo, di comunicazioni criptate sequestrate dalle Autorità francesi ed intercorse sulle piattaforme EuroChat e SkyEcc.
Su richiesta della Dda sono stati sequestrati beni riconducibili all’indagato Cuoco ed in particolare quote nominali di una società, una polizza assicurativa, due veicoli, un conto corrente ed un anello in oro bianco con diamante. Nel corso delle perquisizioni è stato sequestrato materiale documentale, dispositivi informatici, armi bianche ed una pistola semiautomatica.