Il caso

“Stop genocidio, stop propaganda di guerra”: scatta il presidio sotto la sede Rai di Genova

Dopo le proteste seguite dal caso Ghali-Domenica In, con scontri tra polizia e manifestanti, l'onda di protesta arriva anche in Liguria

presidio rai stop genocidio

Genova. Arriva anche a Genova la protesta – oramai diventata caso nazionale – dei movimenti e della associazioni contro la guerra che in questi giorni stanno prendendo di mira la gestione dell’argomento da parte della Rai, la televisione pubblica italiana.

Dopo le manifestazioni di Napoli e Torino, dove si sono registrati anche momenti di tensione e feriti a seguito delle cariche della polizia contro i manifestanti, arriva la chiamata per il presidio genovese che si terrà giovedì 15 febbraio ore 17.30 sotto la sede televisiva di corso Europa. La chiamata arriva da Osa Genova e in queste ore si stanno moltiplicando le adesioni, soprattutto a seguito delle notizie che arrivano dalle altre piazze italiane.

Il caso è scoppiato dopo la frase pronunciata dal cantante Ghali durante il festival di Sanremo: “Stop al genocidio”, ha detto l’artista al microfono dell’Ariston dopo la sua esibizione. Una piccola frase ma dal grande significato e che fa riferimento diretto a quello che sta accadendo nella Striscia di Gaza, peraltro anche al vaglio della Corte internazionale di giustizia dell’Onu. La politica però si è immediatamente divisa, innescata dalle parole di accusa dell’ambasciatore di Israele in Italia che sui suoi canali social ha attaccato il comportamento del cantante e della gestione del festival: “Vergognoso usare Sanremo per diffondere odio”. Una frase, quella del cantante, stigmatizzata anche dal presidente di Regione Liguria Giovanni Toti.

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Il giorno successivo, durante la trasmissione Domenica In, andata in onda sempre dall’Ariston, la conduttrice Mara Venier ha letto in diretta una lettera dei vertici Rai, in cui l’azienda prende le distanze dalle parole del cantante, schierandosi con Tel Aviv: “Ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre. La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta“. Mara Venier ha poi concluso concluso: “Sono le parole, che ovviamente condividiamo tutti, del nostro Amministratore Delegato Roberto Sergio”.

Una presa di posizione che ha scatenato le proteste di movimenti e associazioni pacifiste che da mesi supportano la causa del popolo palestinese, che hanno organizzato i primi presidio di protesta a Napoli e a Torino. Presidi gestiti con il pugno duro dalle forze dell’ordine, scatenando di fatto l’allargamento delle proteste in tutto il paese. E domani tocca a Genova.

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