Collegamento diretto

Dal Waterfront al centro con un people mover sotterraneo, torna in auge l’idea dei commercianti

Nei documenti di aggiornamento al Pums si ipotizza un impianto da 2,2 chilometri con una capacità di 1.500 passeggeri all'ora per direzione

Waterfront di Levante, ecco come saranno i nuovi canali e il parco da 2mila alberi

Genova. Un people mover sotterraneo per collegare il Waterfront di Levante a via XX Settembre, con uno sviluppo di circa 2,2 chilometri e una capacità di 1.500 passeggeri all’ora per direzione. L’idea, finora poco più di una suggestione, è riportata finalmente in un documento, il rapporto preliminare ambientale dell’aggiornamento del Pums che il Consiglio metropolitano di Genova approverà nei prossimi giorni.

La logica è duplice. Da un lato, offrire un collegamento comodo e veloce al nuovo fronte mare, per cui il problema numero uno sembra essere proprio quello del raccordo ai poli di attrazione del tessuto urbano. Dall’altro, sfruttare la comodità degli oltre mille posti auto in previsione nell’ex Fiera e metterli in comunicazione con le attività commerciali del centro, che temono una mazzata durissima dall’apertura del nuovo distretto tematico (in realtà già battezzato Waterfront Mall, con un termine americano piuttosto evocativo) nella cerchia esterna del Palasport.

Uno studio preliminare era stato realizzato ormai più di trent’anni fa dall’architetto Alessandro Casareto per servire la Fiera, ma non se ne fece mai nulla. Negli ultimi tempi il più accanito sponsor di questo progetto è stato il compianto presidente di Confcommercio Paolo Odone, che lo chiamava affettuosamente trenino. Un suggerimento che il Comune aveva fatto proprio, anche se poi il sindaco Marco Bucci aveva parlato di un’ipotesi alternativa, quella di una cabinovia che scavalcasse l’abitato di Carignano per arrivare nel cuore del centro.

Gli aspetti tecnici, in realtà, sono ancora tutti da definire. Una possibilità sarebbe quella di utilizzare un’antica galleria nei pressi della batteria Stella, dunque all’estremità orientale del Waterfront, per poi sbucare all’altezza del Ponte Monumentale seguendo il tracciato delle mura secentesche. I costi, secondo una stima del tutto sommaria, sarebbero intorno ai 35 milioni di euro.

“Per il momento è solo un’idea, non ancora un progetto – precisa il consigliere metropolitano Claudio Garbarino -. Dovranno essere valutati anche i costi e benefici. Non rientra negli interventi prioritari”. “È un’ipotesi, non c’è ancora una progettazione anche se avevamo interessato Amt – aggiunge il vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi -. È un ragionamento che si può fare nello studio del sistema di connessione tra Waterfront e città. L’obiettivo è integrare il più possibile quest’area in primis con via XX Settembre, vista la possibilità di parcheggio che avremo sotto il Palasport”.

D’altro canto il nodo del collegamento tra il futuro Waterfront e il resto della città non è ancora sciolto. Il progetto prevede la costruzione di un ascensore pubblico da corso Aurelio Saffi per raggiungere direttamente il parco, ma ad oggi in circonvallazione si arriva solo con un paio di linee bus. Nei pressi di piazzale Kennedy ci sarà il capolinea di uno degli assi di forza, quello della Valbisagno, ma per chi si muove dal centro – con la revisione della rete in programma che eliminerebbe la linea 20 – servirebbe un interscambio in zona Brignole. Un’altra eventualità segnalata nell’aggiornamento al Pums è il prolungamento dello Skymetro fino alla Foce, anche se non viene spiegato in che modo i treni della metropolitana potrebbero sorvolare i binari di Brignole e dove poggerebbero i piloni.

Oltre al collegamento col centro, l’altro grande interrogativo è la continuità con l’area del Porto Antico, in teoria un caposaldo dell’originario Blue Print di Renzo Piano. Eliminata l’idea di trasformare la strada portuale tra via dei Pescatori e piazza Cavour in una passeggiata, il vicesindaco Pietro Piciocchi qualche giorno fa ha parlato di navette Amt per mettere in comunicazione diretta le due zone. Proposta immediatamente cassata dai sindacati delle riparazioni navali che hanno ribadito il concetto, condiviso peraltro dalle aziende: lì devono passare i mezzi industriali, non si può dar vita a commistioni. Il capitolo resta dunque aperto, insieme al destino della Sopraelevata post tunnel subportuale (una delle ipotesi è convertirla ad arteria ciclopedonale) e alla riqualificazione di corso Aurelio Saffi come promenade turistica.

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