Genova. Una cabinovia, un percorso rialzato lungo le antiche mura, un passaggio adiacente a corso Aurelio Saffi, ma anche un riutilizzo dell’attuale Sopraelevata. Sono le quattro principali ipotesi al vaglio del Comune per realizzare il collegamento tra il futuro Waterfront di Levante e l’area del Porto Antico senza interferire con la strada delle riparazioni navali, come previsto nell’accordo siglato con Confindustria che ha smorzato le tensioni con aziende e lavoratori.
“Noi pensiamo a un percorso specifico pedonale e ciclabile, abbiamo 3-4 diverse alternative – ha spiegato oggi il sindaco Marco Bucci durante il sopralluogo in cantiere -. Ci stiamo lavorando perché è essenziale. Potrebbe essere un percorso aereo con una cabinovia, un riuso della sopraelevata, un passaggio su corso Aurelio Saffi, una sotto-sopraelevata più bassa. Ci sono diverse soluzioni, ma qualcosa ci sarà”.
In ogni caso è esclusa l’idea di riconvertire a uso turistico la strada delle riparazioni navali, come era successo (tra le polemiche) per la Passeggiata di Primavera organizzata dal Comune lo scorso 19 marzo. “Il collegamento non andrà a impattare sulla strada – assicura il sindaco -. L‘area industriale va mantenuta e va rispettata perché dà lavoro a Genova”. Nell’accordo con Confindustria si parlava di “soluzioni alternative per il collegamento del Waterfront di Levante con il Porto Antico, non impattanti sulle attività del distretto”.

Del resto l’ipotesi di una pista ciclopedonale sopraelevata tra la Foce e il Porto Antico è tutt’altro che inedita e Bucci ne aveva parlato l’ultima volta due anni fa. A prevederla era infatti il progetto della Super 11, realizzato dagli architetti Silvia Rizzo e Luca Dolmetta e donato al Comune nel 2017 da Confprofessioni, che prevedeva il ricorso ai cosiddetti snake, brevi tratti rialzati per non interferire con strade, edifici e altri ostacoli, soprattutto nel tratto da piazza Cavour alla Fiera. Le parti in sospensione sarebbero all’altezza dello Yacht Club e poi in corrispondenza delle aree portuali passando sotto i piloni della Sopraelevata. Nell’elaborato originale si immaginava un costo di 4,3 milioni per questo spezzone.

Un’altra possibilità è il riuso dell’attuale strada Aldo Moro. Il sindaco, proprio in occasione della passeggiata tra piazza Cavour e il cantiere del Waterfront, aveva confermato l’intenzione di abbattere il tratto da Principe all’ex mercato del pesce una volta che il tunnel subportuale sarà entrato in funzione, aggiungendo che il tratto terminale verso la Foce “è ancora in discussione”. La riconversione a percorso ciclopedonale, magari tenendo in piedi solo una delle due carreggiate, è una suggestione tutta da esplorare. Non manca chi da tempo sostiene un’operazione sullo stile della High Line di New York, un’ex ferrovia sopraelevata trasformata in un parco lineare.
Più semplice potrebbe essere la creazione di un percorso dedicato in corso Aurelio Saffi, un lungomare naturale che oggi non risulta attrattivo sia perché assediato dal traffico sia perché discontinuo rispetto all’area del Porto Antico. Altra idea sempreverde, poi, quella degli impianti aerei (leggi cabinovia o soluzioni analoghe) che Bucci aveva proposto anche come collegamento diretto al centro città.

In fin dei conti il Blue Print di Renzo Piano, nella sua versione originale, immaginava il ritorno dell’acqua non solo intorno al padiglione Jean Nouvel, ma lungo tutte le mura della circonvallazione a mare fino ad attraversare l’area del Mandraccio. Un’idea tramontata? “Nel disegno di Renzo Piano c’era anche l’aeroporto spostato oltre la diga. Ma stiamo analizzando tutto. Niente tramonta mai e se tramonta è solo per una notte“, chiosa Bucci.