Debutto

Werther, la prima al Carlo Felice dovrebbe andare in scena. Orazi: “Al lavoro per scongiurare lo sciopero”

L'opera ha regia, scene e costumi del tre volte premio Oscar Dante Ferretti, di cui nel foyer è allestita anche una mostra di pittura

Dante Ferretti, Claudio Orazi, Donato Renzetti

Genova. Dovrebbe svolgersi regolarmente la prima del Werther al Teatro Carlo Felice in programma venerdì 17 novembre alle 20. Sulla data pesa lo sciopero del sindacato Snater sullo stallo nella trattativa per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro che è scaduto ormai da anni. Il sovrintendente Claudio Orazi annuncia durante la conferenza stampa che “Confidiamo che l’opera vada regolarmente in scena. Sono in corso trattative tra le organizzazioni sindacali nazionali e quelle datoriali anche nei prossimi giorni, con l’obiettivo di scongiurare lo sciopero”.

L’allestimento, che è in coproduzione con il Teatro dell’Opera Nazionale di Zagabria, prevedeva inizialmente la partecipazione del teatro Mariinsky di San Pietroburgo e del maestro Valery Gergiev: “Purtroppo la collaborazione si è interrotta per il conflitto − spiega Orazi − e che contiamo di recuperare dopo questa edizione che sarà in scena sino al 26 novembre. Werther è un’opera straordinaria dove uno dei miti romantici viene messo in musica, è un’opera che attraversa tutte le generazioni e tutti i gusti con una interpretazione musicale imperdibile del maestro Renzetti. È uno spettacolo veramente mozzafiato”.

Il dramma lirico in quattro atti Werther di Jules Massenet, su libretto di Edouard Blau, Paul Milliet e Georges Hartmann dal romanzo I dolori del giovane Werther di Johann Wolfgang von Goethe sarà in replica domenica 19 novembre alle ore 15.00, venerdì 24 novembre alle ore 20.00 e domenica 26 novembre alle ore 15.00.

Gli interpreti protagonisti di Werther saranno Jean-François Borras (Werther), Jérôme Boutillier (Albert), Armando Gabba (Le Bailli), Roberto Covatta (Schmidt), Marco Camastra (Johann), Caterina Piva (Charlotte), Hélène Carpentier (Sophie), Emilio Cesar Leonelli (Brühlmann) e Daniela Aloisi (Kätchen).

Il cast si completa con i solisti del Coro di voci bianche Maria Guano, Leonardo Loi, Nicoletta Storace, Erica Giordano, Denise Colla, Sofia Macciò, Lucilla Romano, Alice Manara, Giulia Nastase e Vittoria Trapasso. La direzione è del maestro emerito Donato Renzetti.

A impreziosire il tutto la regia, le scene e i costumi di Dante Ferretti, vincitore per tre volte del Premio Oscar (nella foto a sinistra insieme a Orazi e Renzetti). “È un’opera che  conosco anche perché già l’ho fatta una volta con Liliana Cavani e cantava Bocelli, era un’altra cosa, completamente diversa, una scenografia diciamo quasi cinematografica anche perché insomma il cinema è una cosa che mi riguarda molto di più, però io adoro le opere per cui quando Orazi mi ha chiamato mi ha fatto molto piacere di fare poi tutte le cose la scenografia, i costumi, la regia. Sono contento, spero che vi piaccia”.

Scenografo di fama mondiale, Ferretti ha collaborato con registi del calibro di Pier Paolo Pasolini, Federico Fellini, Terry Gilliam, Franco Zeffirelli, Anthony Minghella, Martin Scorsese, Tim Burton e Brian De Palma, vincendo, tra i molti riconoscimenti, tre Academy Awards per la scenografia con The Aviator nel 2005, Sweeney Todd nel 2008 e Hugo Cabret nel 2012. Le sue opere e i suoi bozzetti sono stati esposti agli Academy Awards, alla Smithsonian Institution e al MoMa di New York. A casa di Ferretti, però non ci sono solo Oscar. Ta lui e sua moglie Francesca Lo Schiavo c’è una collezione di 140 premi. “Mi fa piacere, però i premi non servono a niente. Però ogni volta che uno fa qualcosa per me è come se cominciasse per la prima volta”.

Sul processo creativo per quest’opera Ferretti spiega: “Mettere in scena il Werther di Massenet significa saper rendere la passione e la follia sotterranea che pervadono il protagonista e che, con il passare del tempo, tracimano divorando il piccolo mondo perfetto della provincia più gretta. Non esiste possibilità di riconciliazione: i contrasti tra le regole dettate dalle convenzioni sociali e l’amore nella sua accezione più romantica producono solamente dolore e morte. Questi sono i concetti fondamentali che ho voluto rendere in questa mia visione del Werther per l’Opera Carlo Felice Genova. La prima scena è maestosa, simile ad un’estate dove tutto sembra perfetto. La piazza con la chiesa del matrimonio nel secondo atto e l’interno della casa di Albert e Charlotte del terzo ci mostrano proprio quell’impianto borghese che, invano, Werther cercherà di penetrare. Ma è l’ultimo atto che rivela con violenza il tragico finale. Il giovane si toglierà la vita in un garage, solo e senza il conforto delle pareti domestiche o della sua amata natura. La giovinezza e l’amore del protagonista terminano come un brutto sogno dove solo Charlotte rimarrà a contemplare la sua sconfitta. L’ambientazione anni Trenta che ho scelto per questa rappresentazione cattura, a mio avviso, perfettamente questa dicotomia”.
Mercoledì 15 novembre 2023, alle ore 16.30, nel foyer del Teatro Dante Ferretti presenterà il suo libro “Immaginare Prima”. Le mie due nascite, il cinema, gli Oscar. L’iniziativa, ad ingresso gratuito, è aperta alla cittadinanza.

Sabato 18 novembre 2023, alle 14.30, la Fondazione Corriere della Sera, presso la Sala Buzzati – Via Balzan 3 – Milano, presenterà il progetto internazionale dell’Opera Carlo Felice di Genova dal titolo “Un Ponte di Musica” Itinerari dell’Opera italiana in America. Per tale iniziativa, ad ingresso gratuito, sarà possibile prenotarsi.

Nel frattempo nel Primo Foyer del Teatro si può ammirare la mostra C’era una volta: fino a domenica 26 sono esposte alcune opere pittoriche di Dante Ferretti.

Tratto dal romanzo I dolori del giovane Werther di Goethe, Werther di Jules Massenet è un drame lyrique in quattro atti, messo in scena per la prima volta a Vienna nel 1892. La fonte letteraria e la trasposizione musicale si pongono significativamente alle origini e al tramonto di ciò che più rappresenta l’800 artistico: il Romanticismo. Se il romanzo di Goethe dà il via al movimento dello Sturm und Drang, l’opera di Massenet raccoglie le migliori influenze melodrammatiche ottocentesche in una perfetta sintesi musicale e drammaturgica del secolo XIX.

“Dopo i successi di Manon e Hérodiade, Massenet accolse con entusiasmo l’idea di musicare I dolori del giovane Werther di Goethe, tanto era affascinato dal sottile lirismo della melodia amorosa e volendo trovare una strada nuova da percorrere – commenta Donato Renzetti. La partitura di Werther, a differenza dei lavori succitati, non è divisa in brani chiusi ma ogni atto scorre con continuità e l’orchestrazione è di una raffinatezza unica, libera da schemi rigidi. In tutte le melodie si possono riconoscere accenni che richiamano Čajkovskij, Schubert e Schumann, persino il Mozart della Jupiter. Ma è a Wagner che Massenet riconosce l’omaggio più incisivo creando il leitmotiv che accompagna sempre Werther nella sua tragica e avventurosa ossessione d’amore”.

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