Genova. Nada Cella, la giovane segretaria uccisa nello studio del commercialista Marco Soracco la mattina del 6 maggio 1995, qualche giorno prima della morte, era stata vista litigare con veemenza con un noto avvocato di Chiavari, un avvocato che in passato era stato convolto in un’indagine che potrebbe essere collegata a quello che sostiene la procura, vale a dire che Nada Cella aveva scoperto un segreto legato al lavoro di Soracco.
L’avvocato in questione è stato interrogato dagli investigatori della squadra mobile proprio nei giorni precedenti alla chiusura dell’inchiesta, il 31 agosto di quest’anno dopo che l’episodio della lite tra lui e Nada è stato riferito agli investigatori da alcune testimonianze.
Non solo. Dagli atti dell’indagine della procura, che accusa Anna Lucia Cecere di aver ucciso Nada Cella per gelosia e perché voleva prendere il suo posto di lavoro nello studio di Soracco, è anche emerso che a Cecere sono stati sequestrati alcuni diari, scritti sia prima sia dopo l’omicidio e che secondo una qualificata fonte investigativa contengono riferimenti a persone e circostanze “d’interesse” per l’indagine.
Sempre dalle carte delle indagini spuntano altri elementi importanti, come il ruolo di un altro commercialista chiavarese che subito dopo il delitto, quando Marco Soracco era il sospettato numero uno dell’omicidio, era stato incaricato dalla Procura di Chiavari di analizzare la contabilità di Soracco per cercare eventuali movimenti sospetti.
Ebbene, quel commercialista nel contempo, essendo collega di Soracco, aveva avuto diversi colloqui amichevoli con l’indagato e dalle intercettazioni è emerso che potrebbe aver parlato con lui anche di qualche aspetto legato alle indagini. “Di quella cosa ne parliamo direttamente all’ordine dei commercialisti” diceva fra l’altro all’indagato mentre doveva controllarne i conti. Il commercialista è stato sentito nel dicembre del 2021, nell’ambito delle nuove indagini coordinate dalla pm Gabriella Dotto ed avrebbe, secondo gli investigatori, avuto un atteggiamento reticente.
L’omertà, come hanno fatto capire gli investigatori, sembra essere il filo conduttore di questo cold case durato trent’anni e che ha coinvolto tutta la comunità chiavarese con ben poche eccezioni. La stessa omertà che ha portato l’accusa ad accusare Marco Soracco e la madre Marisa Bucchioni a ritrovarsi oggi accusati di false dichiarazioni al pm e di favoreggiamento per aver coperto la presunta assassina Cecere che lui, secondo l’accusa, quella mattina vide uscire dal suo studio.
A proposito del segreto scoperto in ufficio da Nada restano le frasi dette da Soracco al collega commercialista Paolo Bertuccio, qualche tempo prima del delitto che lo stesso Bertuccio aveva poi riferito agli investigatori: “Presto ci sarà il botto, ne parleranno anche i giornali. La segretaria se ne andrà via”.
Cecere e gli altri indagati hanno deciso di rinunciare a un nuovo interrogatorio, così la procura nelle prossime settimane chiederà per tutti il rinvio a giudizio.