Analisi

Depositi chimici, Crucioli all’attacco: “Le dichiarazioni del sindaco Bucci sono false”

il consigliere di Uniti per la Costituzione va giù durissimo con quanto affermato dal primo cittadino in relazione alla competenza statale della valutazione di impatto ambientale

bucci e crucioli

Genova. Sulla vertenza che riguarda il dislocamento dei depositi chimici, dopo la decisione del ministero di mantenere statale la valutazione di impatto ambientale, il consigliere comunale Mattia Crucioli, in quota ‘Uniti per la Costituzione’, commenta cosi le parole del sindaco di Genova Marco Bucci.

Il sindaco Bucci ha rilasciato alcune dichiarazioni, due delle quali hanno colpito la mia attenzione – scrive il consigliere in una nota stampa – la prima è che secondo il sindaco il messaggio del ministero sarebbe “molto positivo” perché confermerebbe “che la procedura scelta dall’Autorità portuale, ovvero quella dell’Adeguamento tecnico funzionale e non della variante al Piano regolatore, è stata giusta”. La seconda è quando afferma che la nota ministeriale sarebbe stata richiesta dal Comune proprio per avere conferma della correttezza della procedura adottata (“quella lettera l’abbiamo chiesta noi”). Entrambe tali affermazioni sono sorprendentemente false”.

“Innanzitutto va detto che la nota in questione origina dalla richiesta fatta da Superba in data 4 settembre al Ministero dell’Ambiente al fine di ottenere il riesame in autotutela della precedente avocazione ministeriale. In sostanza, non è stato affatto il Comune a sollecitare tale nota per avere conferma della correttezza della procedura seguita, bensì Superba inferocita dal fatto che la valutazione di impatto ambientale passasse dalla competenza della compiacente Regione Liguria alla competenza dello Stato – sottolinea Crucioli – Ma soprattutto, non è affatto vero che il Ministero avrebbe derubricato il progetto da “variante del piano regolatore portuale” ad “adeguamento tecnico funzionale” dello stesso”.

“Al contrario – continua il consigliere – il Ministero ha chiarito che ai fini della disciplina in materia di VIA il progetto deve inquadrarsi come modifica di opera portuale da valutarsi in sede statale, poiché tale progetto comprende significative modifiche di opere portuali finalizzate a consentire l’attracco e l’ormeggio delle navi che servono i depositi chimici nonché opere infrastrutturali per il trasferimento dei prodotti liquidi dalle navi ai serbatoi, attraverso idonee connessioni di banchina tramite pipe racks. Cioè un vero e proprio progetto di modifica degli obiettivi e delle funzioni di quella parte di porto e non un mero adeguamento tecnico funzionale“.

“Il Sindaco ha, inoltre, ribadito che non ci sarebbero alternative allo spostamento a ponte Somalia.
Anche questo non corrisponde al vero – aggiunge Crucioli – Ho chiarito in più occasioni di non ritenere i depositi chimici di Superba e Carmagnani strategici o essenziali per lo sviluppo economico della città e di considerare l’opzione 0 il male minore rispetto al mantenimento degli stabilimenti a Multedo o al loro trasferimento a Sampierdarena. Tali depositi, che sono a rischio di incidente rilevante, non possono stare vicini alle case e la sicurezza dei cittadini prevale su ogni altra considerazione. Vi sono, in ogni caso, alcune aree portuali sufficientemente distanti dalle abitazioni che consentirebbero di contemperare la sicurezza cittadina con l’eventuale interesse al mantenimento a Genova di tali depositi. Una di esse è l’area di circa 80.000 mq di Calata Bettolo, adiacente ai depositi petroliferi di Eni spa – Esso Srl, attualmente in fase di completamento. In tale area, assentita in concessione a Bettolo Srl (di cui MSC è proprietaria), è previsto l’ampliamento dell’adiacente terminal container. E’ il punto più esterno del porto di Genova e risulta la zona portuale più distante dalla città; conseguentemente, è la zona più idonea ad ospitare impianti pericolosi (come dimostra anche il fatto che è stata già scelta per ospitare i depositi ENI-ESSO, anch’essi a rischio di incidente rilevante). Ovviamente tale opzione richiederebbe che l’Autorità di Sistema Portuale esercitasse con coraggio la propria funzione regolatoria, disponendo di tale concessione in ragione della peculiarità dell’area e indennizzando l’attuale concessionario, eventualmente anche mediante attribuzione altrove di altri spazi”.

“Analogo discorso vale per l’area del Ponte San Giorgio (Ex-Carbonile), in passato chiesta proprio da Superba per la ricollocazione dei depositi ed invece assentita ad una delle molteplici società del Gruppo Spinelli. In conclusione, chi ritiene necessario mantenere i depositi chimici a Genova dovrebbe essere conseguente ed indicare una delle (poche) aree realmente idonee per tale attività pericolosa, avendo il coraggio di dire che per il bene complessivo e l’ordinato sviluppo del porto occorre spostare da lì le attività meno pericolose (container o rinfuse) che in questo momento vi sono esercitate Questo sarebbe il compito dell’Autorità di Sistema Portuale che dovrebbe esercitarlo attraverso il Piano Regolatore Portuale – conclude – ma non viene fatto perché contrasta con radicati interessi e non paga politicamente.. Molto più semplice mettere i depositi a Sampierdarena, fingendo di non vedere i pericoli e ignorando le legittime proteste dei cittadini“.

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