Idea

“Un tram Molassana-Brignole in 25 minuti senza togliere parcheggi”: ecco la proposta del comitato fotogallery

Gli attivisti Rinaldo Mazzoni e Vincenzo Cenzuales pubblicano un documento con l'alternativa allo Skymetro

Generico luglio 2023
Foto d'archivio

Genova. L’alternativa allo Skymetro? Un tram che collega Molassana a Brignole in 25 minuti, senza togliere parcheggi. A pochi giorni dal contestato emendamento con cui la giunta Toti apre alla realizzazione dell’opera in deroga al divieto di costruire a 10 metri dai torrenti, il comitato Oppisizione Skymetro – Valbisagno Sostenibile lancia una proposta scritta da due attivisti genovesi, Vincenzo Cenzuales e Rinaldo Mazzoni, che riporta molte delle conclusioni di vari studi e percorsi cittadini e si pone come alternativa anche al progetto degli assi di forza. Il documento è stato approvato da un’assemblea del comitato lo scorso 27 luglio.

“Proporre nel dibattito pubblico una idea concreta di tram significa anche continuare a credere nella discussione pubblica e a realizzare partecipazione, due cose che sono mancate nella individuazione del progetto proposto dal Comune e nella progettazione – spiega il direttivo del comitato -. Da agosto 2022 stiamo promuovendo attivamente un coinvolgimento della città in tutte le sue parti: cittadini, istituzioni, realtà associative, privati, imprese, partiti, associazioni di categoria, università, ordini. La proposta di tram è una idea, più delineata possibile. Non è, ovviamente, un progetto tecnico. È una proposta, ragionata, definita, che vuole chiedere ai tecnici in città, ai gruppi politici, alle realtà che si occupano di trasporti di leggerla e intervenire, migliorando o, addirittura, finalizzando questa proposta in un progetto tecnico“.

La proposta realizzata da Rinaldo Mazzoni e Vincenzo Cenzuales si basa su un percorso di studio del territorio e dei sistemi di trasporto possibili iniziato con il lavoro di progettazione partecipata coordinato dall’Università di Genova dieci anni fa. Negli anni passati sono stati proposti almeno quattro tracciati, uno anche degli uffici comunali.

I criteri più importanti che hanno guidato la scrittura di questa proposta sono: non stravolgere le abitudini degli abitanti;  individuare un tracciato quanto più in sede riservata; cercare l’equilibrio tra velocità di punta e accessibilità; facilitare l’uso del tram facendolo passare vicino alle residenze; cercare il massimo consenso sociale possibile all’opera; cercare di inserirlo nelle vie esistenti senza prevedere grandi opere accessorie di demolizione e ricostruzione, contenendo i costi di realizzazione; realizzarlo come standard che possa essere esteso ad altre zone della città; il tutto attraverso un percorso di progettazione partecipata“.

Il percorso proposto da Cenzuales e Mazzoni si snoda in sponda destra tra Brignole e Prato, con l’ipotesi di indirizzare tutto il traffico di attraversamento sulla sponda sinistra e destinare il versante opposto a zona residenziale con trasporto pubblico e traffico locale. La tranvia avrebbe i binari sempre appaiati per ridurre i costi di realizzazione e passerebbe vicino alle case, mentre i flussi veicolari scorrerebbero lungo l’argine. L’intero tracciato avrebbe la semaforizzazione preferenziale agli incroci (come già previsto dal progetto degli assi di forza).

Qui è possibile scaricare la proposta dettagliata in cui  sono individuate le scelte sul percorso di questa linea, riportando le priorità ed i criteri adottati, le possibili opzioni, le problematiche, le soluzioni e l’evidenziazione di quegli aspetti che avranno bisogno di un maggior approfondimento. Nelle cartine allegate il tracciato del tram è in arancione, continuo per i tratti in corsia riservata e tratteggiato per i tratti promiscui. In blu le corsie per il traffico di attraversamento privato, in blu chiaro quelle 47 per il traffico di destinazione privato. In verde le ipotizzate aree pedonali e in celeste i nuovi parcheggi individuati.

Per assicurare al tram la maggiore quota possibile di percorso in sede riservata si immagina una rivoluzione totale della viabilità in Valbisagno. A cominciare dal tunnel di via Canevari, il cui fornice ovest verrebbe dedicato completamente alla tranvia: questa soluzione costringerebbe a deviare tutto il traffico discendente su corso Galliera e quindi via Archimede (ma c’è l’ipotesi di aprire un nuovo fornice tra corso Galilei e via Tolemaide). Via Moresco e via Bobbio sarebbero senso unico a salire fino al ponte Campanella, da cui si invertirebbe il senso di marcia. La piastra di Staglieno andrebbe completamente riorganizzata per distribuire i flussi in modo da non congestionare la sponda destra.

Nelle zone più “difficili” (Gavette e San Sebastiano) il tram marcerebbe in sede promiscua “in quanto l’interdizione del flusso di attraversamento creata all’altezza della rimessa Amt determina un uso locale delle strade e quindi una bassa entità di traffico“. Il progetto del comitato esclude la necessità di allargare la strada con un nuovo argine sul Bisagno e anzi propone che l’eventuale estensione si faccia “per altre motivazioni, come aumentare lo spazio pedonale”. Per San Gottardo, dove esistono posteggi e attività produttive nei fondi dei palazzi che verrebbero tagliati fuori dalla chiusura di via Piacenza al traffico passante, si ipotizzano soluzioni come una zona 20 o modalità innovative per selezionare gli accessi. Via Molassana verrebbe pedonalizzata – eccetto il solo passaggio del tram – tra l’ex Teatro Nazionale e la rotatoria di ponte Fleming.

E i parcheggi? “Il problema è legato, secondo noi, ad un periodo transitorio immediatamente successivo all’introduzione del tram in città, perché nel medio e lungo termine, come è successo e succede nelle altre città dove è stato introdotto, reintrodotto o potenziato il tram, è diminuita la necessità di utilizzare e quindi possedere e posteggiare un mezzo personale – spiegano Cenzuales e Mazzoni -. Già oggi molti residenti sono dotati di posto auto personale ma lasciano per strada il mezzo supplementare. Comunque, un po’ paradossalmente, la riorganizzazione della viabilità della vallata e la realizzazione della tranvia secondo questo tracciato, possono portare a recuperare spazi e quindi anche ad un possibile incremento dei posteggi esistenti. Ciò contrariamente ad altri progetti proposti in passato con ipotesi di tracciato diverse”.

In via Canevari si potrebbero ottenere 100 posti in più nell’area ex Bocciardo con una copertura del parcheggio esistente (tipo quella dell’ex Fillea a Rivarolo). Sparirà qualche stallo in corso Galilei, ma si recuperano in via Archimede. Parcheggi in più si ipotizzano anche in via Bobbio, piazzale Marassi e via Mandoli. A San Gottardo spariscono 200 posti auto e 40 posti auto nell’isola pedonalizzata, ma il saldo tornerebbe in pari riducendo il marciapiede in via Emilia (disponendo le auto a pettine), realizzando una copertura sul parcheggio di Fossato Cicala, utilizzando i fondi dell’ex palazzo Inpdap e realizzando una soletta condominiale nella zona dei portici.

Il tempo di percorrenza stimato, considerando una velocità commerciale di 20 km/h per i tratti normali e 12 km/h per quelli pedonalizzati, è di 24 minuti per la tratta Molassana-piazza Verdi (oggi col bus occorrono almeno 45 minuti in orario di punta), 35 minuti per la tratta Prato-piazza Verdi. Scegliendo di far passare il tram fuori dai centri urbanizzati – quini in via Moresco, via Emilia e via Nuova Spondale, rinunciando alla riqualificazione delle strade – si risparmierebbero 5 minuti.

Ma il progetto dello Skymetro, al netto delle complicazioni tecniche per la connessione alla linea di metropolitana esistente a Brignole, promette 11 minuti tra Molassana e Brignole, un tempo molto più vantaggioso. Secondo il comitato, tuttavia, “i 24 minuti che abbiamo stimato per il tram sono concorrenziali con i tempi che devono impiegare coloro che userebbero la metro, perché occorre tenere conto del tempo per raggiungere le stazioni, che sono rialzate e lontane dalle zone abitate di San Gottardo e Molassana. Una persona, quindi, può arrivare ad impiegare oltre una decina di minuti per raggiungere la stazione; e parliamo di una persona senza difficoltà nel muoversi, senza pesi, in una giornata serena non troppo calda. Chi è anziano, chi ha fatto un po’ di spesa, chi ha una carrozzina da spingere, chi deve proteggersi dalla pioggia cercherà una alternativa”.

Per i tempi di realizzazione, in base ai dati del progetto della tranvia a Bologna, si ipotizzano 28 mesi per la tratta Brignole-Molassana e ulteriori 7 mesi per arrivare fino a Prato.

“Il tram, già nella sua presentazione fisica, è un mezzo che facilita, si può accedere ad esso spesso addirittura senza scalini, mentre lo Skymetro avrebbe l’accesso a sette metri di altezza – osserva il comitato -. Ma, al di là delle facili considerazioni, pensiamo che il tram in Val Bisagno, che ad un certo punto aveva l’approvazione delle giunte passate e della prima giunta Bucci, sia una soluzione che possa dare alla vallata una entrata nel futuro. Un futuro sostenibile capace di valorizzare gli aspetti di vita di comunità dei vari quartieri della alta Val Bisagno e non complicare ulteriormente gli aspetti di ingolfamento urbanistico della bassa Val Bisagno. Un progetto di mobilità deve arricchire la vita di tutti non complicarla e mettere in contrapposizione diverse zone della città e della valle. Inoltre il tram e la viabilità conseguente sono una soluzione che può essere un vero esempio internazionale e si innesta nelle soluzioni attivate anche da città italiane con centri storici complessi come Firenze (già realizzata) e Bologna (in via di realizzazione) oltre a Milano, Torino, Catania, Roma, Palermo, Venezia, Napoli, Bergamo, Cagliari, Padova, Messina, Trieste, Sassari”.

“Nel suo tragitto potrebbe aiutare la riqualificazione di importanti parti della valle – proseguono -. Se l’inserimento del tram avviene nel contesto di un riassetto della viabilità (assolutamente sostenibile, comunque necessario e ben accetto) potrebbe contribuire alla realizzazione di aree pedonali dove adesso siamo soffocati dal traffico, portando miglioramento ambientale, sociale ed economico: basti pensare a strade come via San Vincenzo, via San Lorenzo o via Sestri, dove la pedonalizzazione ha avuto queste ricadute positive, lasciando comunque possibilità di accesso ai mezzi necessari, per residenti, passaggi verso altre strade e attività economiche”.

Poi la critica al progetto degli assi di forza: “Ci conforta inoltre sapere che il tragitto che disegnano i nostri due autori ricalca un progetto ufficiale del Comune di Genova, attualmente in fase di realizzazione, che prevede una linea in sponda destra di autobus elettrici che ricalca il nostro tram, in maniera meno efficiente e più invasiva. Tra parentesi, se sommiamo i cantieri necessari a realizzare questa linea di autobus elettrici allo Skymetro, otteniamo una doppia cantierizzazione delle strade della Val Bisagno che potrebbe durare da cinque a dieci anni circa. Per questo, invitiamo come sempre il Comune a confrontarsi progettualmente con noi e la città, e magari ad unire queste due opere nella realizzazione di un solo efficiente e sostenibile tram”.

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