Presidio

Quinto, la protesta per chiedere più spiagge libere: “Troppi stabilimenti, andare al mare è un diritto”

Il presidio organizzato da Generazione P: "In Liguria la legge non viene rispettata"

Generico luglio 2023

Genova. È stata una protesta estiva, con musica, costumi e asciugamani. Per rivendicare, in mezzo ai bagnanti della spiaggia libera di Genova Quinto, il diritto di andare al mare liberamente perché “il mare è di tutti“. Una settantina di persone sono scese in spiaggia giovedì sera, nel presidio organizzato dal collettivo Generazione P.

“Abbiamo il diritto di avere più spiagge libere”, hanno urlato al microfono in spiaggia i manifestanti, citando l’illegalità della situazione ligure. Il limite del 40% di spiagge tra libere e libere attrezzate in Liguria non viene infatti rispettato. La Liguria è la regione italiana con meno spiagge libere, perché il 69,9% sono occupate da stabilimenti balneari: a indicarlo è Legambiente in base ai dati del Portale Acque del Ministero della Salute e del Sistema informativo Demanio Marittimo.

In spiaggia erano presenti con i propri attivisti anche gli altri organizzatori della manifestazione: Legambiente Polis, Adiconsum Liguria/referente Conamal, La Supernova, Fridays For Future – Genova, Cittadini Sostenibili, Comunità San Benedetto al Porto, The Black Bag, Genova che osa, cui si sono aggiunti Le Formiche di Possibile.

Il Centro subacqueo Poseidonia ha partecipato al presidio per ricordare un approdo libero sotto la Chiesa di Sant’Erasmo di Quinto, una piccola insenatura naturale dove le persone facevano il bagno e dove ora è comparso un muro di massi frangiflutti.

Stefano Salvetti, di Adiconsum Liguria e referente Conamal, ha illustrato ai bagnanti la situazione normativa in Italia: “Le concessioni balneari sono state rinnovate automaticamente anche da più di 100 anni. L’Ue ha stabilito che i rinnovi automatici sono illegittimi, e che se si intende affidare la spiaggia a un privato lo si deve fare con bando pubblico”, ha spiegato, ricordando le battaglie di Adiconsum: più del 50% di spiagge libere in ogni Comune; concessioni rilasciate in via eccezionale; la presenza sulle spiagge solo di strutture strettamente necessarie alla balneazione, in materiale ecocompatibile e di facile rimozione.

“Il problema è anche l’accessibilità alle spiagge per i disabili, che spesso in quelle pubbliche manca”, dice Lorenzo Garzarelli, attivista di Generazione P e consigliere del municipio IX della Lista Rossoverde. “Il Comune si lava la coscienza rendendo accessibili alcune spiagge comode, non preoccupandosi però dell’accesso al mare, mentre per tante altre si nasconde dietro la mancanza di soldi, il che diventa inaccettabile quando poi si spendono 8 milioni di euro di soldi pubblici per fare Ocean Race, e se sei disabile non riesci nemmeno ad andare al mare”.

Secondo i dati forniti da Regione Liguria, un terzo dei 63 comuni costieri liguri – 21 in tutta la regione, di cui 15 nella sola provincia di Savona – sono infatti fuorilegge. Il 53% delle spiagge della Liguria è affidato ai privati; il 10% sono libere attrezzate, il 37% sono ad accesso libero. In alcuni paesi come Spotorno le spiagge ad accesso libero sono appena il 3%; a Sanremo il 10%; a Rapallo e Santa Margherita il 16%.

“Le spiagge libere sono troppo poche”, spiega Micol Manca di Generazione P. “E quelle che ci sono, spesso, sono fazzoletti di terra; sono alle foci dei torrenti, sono lontane dai centri e dalle stazioni dei treni. Spesso non sono nemmeno spiagge, ma scogli. Non è giusto”.

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