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Elezioni comunali, meno un giorno al voto in Liguria: occhi puntati su Sestri Levante

È l'ultima "roccaforte" del centrosinistra tra i grandi comuni in provincia di Genova. Al voto anche Camogli e Montoggio, ecco tutti i candidati

Generico maggio 2023

Genova. Conto alla rovescia per le elezioni amministrative in Liguria. In provincia di Genova i riflettori sono tutti puntati sul Comune di Sestri Levante, l’unico al voto con più di 15mila abitanti, ma a rinnovare le amministrazioni in scadenza saranno anche Camogli e Montoggio.

A Sestri Levante sono 16.995 gli elettori chiamati alle urne per scegliere il sindaco e i consiglieri. Sette i candidati sindaci. A rappresentare l’amministrazione uscente – guidata fino al 2022 da Valentina Ghio, oggi deputata del Partito Democratico – sarà Marcello Massucco, ex amministratore unico di Mediaterraneo Servizi, che si presenta senza simboli di partito ma con cinque liste civiche: Sestri in Movimento, Sinistra in Comune, Sestri un passo avanti, Progresso per Sestri e Partecip@TTIVA. Sul fronte del centrodestra ci sono due candidati. Uno è il giornalista Diego Pistacchi che vanta l’appoggio di una formazione civica (Sestriamo), Fratelli d’Italia e una terza lista che riunisce i simboli di Forza Italia, Lega e Udc. Su posizioni più centriste l’ingegnere dell’Amt Francesco Solinas, sostenuto da Sestri per tutti, Noi per Solinas sindaco e Francesco Solinas sindaco: in campo per lui anche Claudio Muzio, unico consigliere di Forza Italia in Consiglio regionale. Per Unione Popolare c’è Nicola Rollando. Completano lo scacchiere tre candidati civici: Gian Franco Scartabelli (Segesta Domani), Giorgio Calabrò (Sestri al Centro) e Francesco Muzio (Noi con Te).

La sfida di Sestri Levante è la più interessante non solo per numero di abitanti ma anche perché è l’unico “grande comune” della città metropolitana ad essere ancora amministrato dal centrosinistra, una roccaforte che ora potrà essere confermata o abbattuta. Allo stesso tempo il centrodestra si presenta diviso all’appuntamento, scelta che potrebbe spostare gli equilibri in maniera determinante. Se nessuno dei candidati raggiungerà la metà delle preferenze valide più una, si andrà al ballottaggio tra i primi due votati.

A Camogli sono 5.761 gli aventi diritto al voto. Tre sono gli aspiranti alla poltrona di sindaco, tutti sostenuti da liste civiche: Maurizio Castagna (Camogli Futura), il più vicino all’amministrazione uscente e di estrazione progressista; Giovanni Anelli (Per la nostra città) e Giuseppe Maggioni (Camogli Civica). Nessun ballottaggio, il primo classificato vince al primo turno.

A Montoggio sono in 1.882 ad avere la scheda elettorale. Si ricandida il sindaco uscente Faustino Mauro Fantoni (Montoggio Insieme) sfidato da Sabrina Ogemini (Montoggio anch’io) e da Ada D’Onofrio (Progetto comune Montoggio). Anche in questo comune non ci sarà ballottaggio.

Guardando oltre la provincia di Genova, in Liguria saranno molto seguite dal punto di vista politico le sfide dell’estremo Ponente. A Imperia il centrodestra si è ricompattato intorno a Claudio Scajola (che non ha voluto simboli di partito ed è sostenuto da tre liste civiche), Fratelli d’Italia ha scaricato Luciano Zarbano che si presenta comunque da solo, centrosinistra e M5s corrono divisi (rispettivamente con Stefano Semeria e Ivan Bracco), quinto candidato il civico Enrico Lauretti. A Ventimiglia, comune simbolo dell’emergenza migranti al confine con la Francia, ci riprova il sindaco uscente Gaetano Scullino (ex Psi e Forza Italia, oggi supportato da Dc e due liste civiche) mentre il centrodestra supporta con cinque liste l’ex deputato leghista Flavio Di Muro. Per il centrosinistra c’è Gabriele Sismondini, poi i civici Maria Spinosi, Tiziana Panetta e Roberto Parodi.

Nel complesso sono 23 i comuni al voto in tutta la regione (rappresentano il 9,8% della popolazione). 

E anche quest’anno è emergenza scrutatori. A pochi giorni dal voto a Sestri Levante ne mancavano 20 su 23 seggi. All’origine di questa improvvisa disaffezione al lavoro elettorale ci sarebbe l’esiguità della paga, circa 120 euro per quasi tre giorni di lavoro: due ore sabato per firmare le schede, dalle 7 alle 22 di domenica e dalle 7 alle 14 di lunedì per le operazioni di voto, poi il lungo lavoro dello spoglio che con sette candidati e ben 16 liste con ogni probabilità si protrarrà oltre la mezzanotte per le preferenze .

 

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