Saracinesche abbassate

Edicole chiuse ed edicolanti in ginocchio: “Stiamo cadendo come mosche” fotogallery

"Se resisto è grazie ai turisti. Inspiegabilmente si vendono tantissime cartoline di Genova"

Genova. Largo della Zecca, via di Porta Soprana, Largo Lanfranco, via della Maddalena, via XX Settembre, piazza Caricamento e, più recentemente, Largo Pertini. Queste sono solo alcune delle vie, centralissime di Genova, in cui edicole o chioschi di giornali hanno abbassato la serranda per sempre.

“La situazione delle edicole a Genova ormai è catastrofica, siamo tutti in ginocchio, come ai piedi di Ponzio Pilato. Purtroppo non abbiamo aiuti. C’è un immobilismo totale da tutte le parti” racconta Stefano Corrado – titolare dell’edicola di piazza De Ferrari, accanto a Palazzo Ducale, uno dei pochi chioshi ancora aperti – con voce mista tra rabbia e rassegnazione.

E prosegue puntando prima il dito contro gli editori: “Vengono dati i contributi alle testate e ai vari editori che hanno già dei soldi. A noi edicolanti non arriva niente, siamo proprio l’ultima ruota del carro. Gli stessi editori ci fanno una guerra pazzesca, con abbonamenti digitali a 3 euro al mese. Non esiste. Dovrebbero mettere gli abbonamenti cartacei nelle edicole. Loro guadagnerebbero lo stesso e noi potremmo vivere meglio. Ma devono tenere conto che è proprio grazie alle edicole che sono diventati i grandi editori che sono oggi. Dovrebbero essere più riconoscenti nei nostri confronti“.

Poi passa ai sindacati: “Ma c’è immobilismo totale anche da parte dei nostri sindacati. Il problema in questo caso è che non si confrontano tra di loro, si fanno la guerra a vicenda. Non ci si riesce neanche a mettersi d’accordo per organizzare uno sciopero. Ormai è difficile sperare di poter fare qualcosa. Le edicole stanno cadendo come delle mosche“.

Infine conclude: “Qui in centro le edicole stanno chiudendo come a macchia d’olio. Io sono uno dei pochi che ancora tiene aperto, ma certamente mi spiace per i miei colleghi, alcuni anche amici, come il giornalaio di Largo Pertini, che ha chiuso domenica scorsa, 14 maggio. Se resisto è grazie ai turisti. Inspiegabilemente si vendono tantissime cartoline di Genova. Ma anche calamite, magliette e altri souvenir legati alla città”.

Nelle edicole infatti da molti anni ormai, non si vendono più soltanto quitidiani, magazine e riviste ma anche biglietti di bus e metro, stampe e grafica, giocattoli, figurine, gadget di ogni tipo, caramelle e snack e molto altro ancora. Si possono effettuare anche cambi di residenza, tramite un servizio offerto in collaborazione con il Comune. L’edicola infatti è un vero e proprio punto di riferimento per i residenti e turisti, parte integrante di un tessuto sociale, luce accesa contro disagi e degrado.

La crisi delle edicole però non è isolata, ma si inserisce in un contesto più ampio di declino del piccolo commercio genovese. I negozi di vicinato a Genova continuano infatti a diminuire. 

A scomparire sono i negozi di quartiere e di vicinato, quelli gestiti dal commerciante di fiducia, conosciuto da tutti nella via. I motivi sono sia economoci sia sociali legati da una parte all’inflazione e ai costi di energia schizzati alle stelle, diventati ormai insostenibili, e dall’altra all’apertura di grandi  supermercati che attirano sempre più persone verso il centro. Un’altra causa è senz’altro anche la preferenza, diffusa, di acquistare online, con consegne a domicilio.

La chiusura dei negozi di vicinato riguarda principalmente le zone interne e periferiche. Da 3/4 vetrine si è passati a una, se non a zero in molte vie. Una vera e propria desertificazione commerciale.

In centro, al contrario, il trend è positivo anche e soprattutto grazie a una presenza sempre più massiccia di turisti e visitatori che contribuiscono a far girare l’economia cittadina. Proliferano bar, ristoranti, fastfood, rosticcerie, gastronomie e altre attività legate al food.

 

 

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