Cinghiali

Caccia, Corte Costituzionale solleva dubbi su legge regionale. La risposta di Mai

Tre i passaggi considerati illegittimi. L'assessore regionale difende la legge: "Pensata per colmare il vuoto della legge Delrio"

cinghiali bisagno

Genova. Le legge numero 29 del 2015 di Regione Liguria, che disciplina l’esercizio della caccia, è stata oggetto di rilievi da parte della Corte Costituzionale, la quale ha trovato tre passaggi considerati illegittimi.

I passaggi in questione sono quelli che consentirebbero il recupero dei capi feriti anche fuori dagli orari e dai giorni previsti (articolo 89 della legge), la possibilità di procedere a piani di abbattimento anche quando l’Ispra non abbia preventivamente verificato l’inefficaci dei metodi ecologici di contenimento (articolo 93) e con “una parte di cacciatori riuniti in squadre validamente costituite, nonché cacciatori in possesso della qualifica di coadiutore al controllo faunistico o selettore” (articolo 93).

“I commi dichiarati illegittimi dalla Corte Costituzionale non fanno decadere la legge regionale – commenta l’assessore regionale Stefano Mai – Siamo già al lavoro per trovare una soluzione e sanare i rilievi della Consulta: a breve affronteremo il tema con le associazioni agricole che sono seriamente preoccupate per le ricadute della sentenza della Corte sulle produzioni locali”.

Secondo l’assessore la ratio dietro ai commi in questione è quella di “Colmare il vuoto lasciato dai tagli indiscriminati sul personale della Polizia provinciale, decisi dalla legge Delrio, aggravati ulteriormente dalla sopressione del Corpo forestale dello Stato e da una legge nazionale che risale a 25 anni anni fa e che il governo non mette al passo con i tempi. L’introduzione, da parte di Regione Liguria, di soggetti volontari, adeguatamente formati, e quindi anche di cacciatori, per il controllo della fauna selvatica a supporto gratuito degli agenti delle ex Province, si era reso necessario visto lo scarso numero sul territorio degli agenti stessi, a seguito della soppressione degli enti intermedi”.

“Con la sentenza della Corte – conclude l’assessore Mai – si prospetta il rischio, soprattutto all’approssimarsi della stagione estiva di maturazione dei frutti e degli ortaggi, di una presenza incontrollata del cinghiale sul nostro territorio e quindi di un grave danno per l’agricoltura e i muretti a secco. Nel prossimo Tavolo verde, ci confronteremo con le associazioni agricole per trovare delle soluzioni alternative attuabili. Certo è che il ruolo dei Comuni si rende ancora più strategico nella prevenzione e nella pulizia delle zone periurbane: nel caso di Genova, vista totale assenza di interventi manutentivi e preventivi dell’assessore Crivello negli ultimi cinque anni, siamo preoccupati per un possibile incremento della presenza di cinghiali in città, dove il fenomeno purtroppo è già molto diffuso”.

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