Cronaca

Imu terreni montani colpiti da alluvione, Paita contro governo: “Ci aspettavamo sostegno, non nuove tasse”

frana casanova lerrone

Liguria. No all’introduzione dell’Imu sui terreni agricoli montani nei comuni liguri colpiti dall’alluvione. Lo dice l’assessore regionale alla Protezione civile Raffaella Paita a seguito della possibilità che il Ministero dell’Economia possa reintrodurre la tassa nei terreni agricoli montani al di sotto dei 600 metri.

“Allo stesso modo – dice Paita – non condivido l’obbligo di pagamento in un’un’unica soluzione, entro il 16 dicembre, introducendo così una nuova tassa a 15 giorni dalla scadenza e violando lo statuto del contribuente”. Una scelta che coinvolgerebbe circa 2000 comuni italiani e diverse decine in Liguria e in particolare nel ponente ligure.

“In un momento di grave crisi economica – conclude Paita – con difficoltà di accesso al credito e dopo le calamità che hanno colpito la regione, ci saremmo aspettati interventi di sostegno alle imprese agricole, non nuove tasse”.

Dura presa di posizione anche dal Coordinamento di Cia, Confagricoltura ed Alleanza delle Cooperative agroalimentari: “Se fosse confermato con la pubblicazione del provvedimento si tratterebbe di un atto di inaudita gravità da parte del governo e dei ministri competenti, dell’Economia e delle Finanze, dell’Interno e delle Politiche agricole, in violazione dei più elementari diritti ai più elementari diritti riconosciuti ad ogni contribuente dal nostro ordinamento, di certezza del tributo, sostenibilità dell’imposta, temporalità del pagamento dei tributi”.

“Siamo di fronte ad una situazione paradossale, da un lato il Governo emblema della sburocratizzazione e dall’altro si mette in atto un meccanismo che offende la dignità degli agricoltori e dei cittadini – sottolinea il Direttore Regionale di CIA Liguria, Ivano Moscamora – Un meccanismo degno di un Paese del terzo mondo che diviene ancor più odioso quando si deve applicare in quelle aree colpite dalle recenti gravissime calamità”.

Agrinsieme aveva chiesto al ministero dell’Economia e delle Finanze il necessario rinvio, ricordando quanto sancito nello “Statuto del contribuente” che vieta di prevedere adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dalla entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi.
Ma le sollecitazioni sono state ignorate, così come le numerose interpellanze parlamentari che hanno certificato una situazione irragionevole.

La stessa Anci ha criticato la situazione “surreale”, affermando che è del tutto inverosimile che il gettito possa essere versato con la necessaria completezza alla scadenza del saldo Imu del prossimo 16 dicembre. Gli oltre 4 mila Comuni coinvolti, in cui risiedono 28 milioni di abitanti, si ritroveranno così con un ulteriore taglio di risorse (per 700 enti maggiore del 5% del totale delle entrate), non coperto da un corrispondente maggior gettito Imu.

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