Economia

Riparazioni ai tempi della crisi: non è la Liguria la regione più “tirchia”

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Genova. Sono molti gli indicatori capaci di incorniciare la congiuntura economica, le vacanze in Italia o all’estero, la vendita delle macchine usate, ma anche l’aumento o la diminuzione nel numero delle riparazioni.
In tempo di crisi, i dati segnano un aumento del lavoro per chi fa riparazioni: in assenza di denari per acquistare nuovi beni di consumo si prova a ripararli.

Proprio per questo sono proprio le imprese di riparazioni a mantenere stabile il loro fatturato. Secondo l’Ufficio studi di Confartigianato, in Italia oltre 139 mila imprese sono attive nel comparto, e quasi l’84% sono artigiane.

I dati relativi alla Liguria sono però sorprendenti se confrontati con la vulgata corrente del “non si butta mai niente”. La “tirchia” Liguria infatti il primo trimestre 2011, è solo 14esima in Italia per densità di imprese di riparazione: 22,9 ogni 10 mila abitanti, per un totale di 3.705 realtà sul territorio. Il primo posto se lo aggiudicano i riparatori di auto e motoveicoli, 2.467 in Liguria (66,58%), seguiti dai tappezzieri e riparatori di mobili (275), di computer (266), di calzature (159) e di elettrodomestici e articoli per la casa (123).

Fanalino di coda i riparatori di strumenti musicali, solo due in tutta la regione (nelle province di Genova e Savona).

Interessante il dato riguardante le sartorie artigiane liguri (ben 300), che mantengono il trend positivo registrato nel 2010: la classifica relativa alla densità ogni 10 mila abitanti, superiore dello 0,2 alla media nazionale (1,9 contro 1,7), vede la Liguria collocarsi al settimo posto.

A Genova le imprese del settore (22 ogni 10 mila abitanti) sono 1.945 e, anche in questo caso, si tratta in maggioranza di autoriparatori (1.282).

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