Acque agitate

Il paradosso Navebus, salta una corsa su quattro ma i passeggeri aumentano fotogallery

In mare 28 giorni in meno nonostante le corse in più del post Morandi: ecco come il servizio è diventato una barzelletta

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Genova. Puntuale, anche oggi, come la sveglia. “AMT: causa condizioni meteo marine il servizio Navebus è temporaneamente sospeso”. Eppure, mentre scriviamo, fuori c’è una brezza leggera, il sole che splende, il mare davanti a Genova è appena spettinato. E in effetti nel messaggio inviato dall’azienda di trasporto pubblico al network degli utenti non si parla di condizioni meteo “avverse”, ma semplicemente di “condizioni”. Come dire, basta poco, basta niente, per fermare il battello che ogni giorno (in teoria), 14 volte al giorno (sempre in teoria) dovrebbe trasportare via mare i passeggeri dal porto antico a molo Archetti, a Pegli.

Scherzi a parte – e di scherzi ne sono stati concepiti tanti sulla Navebus, che tra meme sui social e battute nel mondo reale si è trasformata nella barzelletta del trasporto pubblico genovese (alcuni li trovate su G e n o w a o sul Mugugno Genovese) – il codice della navigazione stabilisce che sia il comandante dell’imbarcazione a decidere in modo insindacabile se si possa salpare oppure no, in base alle condizioni di sicurezza alle quali esporrebbe passeggeri ed equipaggio.

Nel 2019 i comandanti della Navebus hanno deciso che per 28 giorni in più rispetto alla media degli anni precedenti non c’erano le condizioni di sicurezza minime per attuare il servizio. Praticamente per un mese intero i genovesi e i turisti non hanno avuto a disposizione un sistema di trasporto che, ancora di più dopo il crollo di ponte Morandi, è importante. Proprio dal decreto Genova si sono ricavati i fondi aggiuntivi (220 mila euro all’anno) per far passare le corse da 8 a 14 al giorno.

Calcolatrice alla mano. Il dato dei “28 giorni” che mancano all’appello è in realtà una stima matematica basata su alcune cifre ufficiali fornite dalla stessa Amt. Nel 2017, anno “standard”, pre crollo del Morandi, con 8 corse al giorno programmate, i chilometri percorsi da Navebus sono stati 25 mila. Nel 2018 sono aumentati di circa il 20%, per via del rafforzamento del servizio dopo il 14 agosto, passando a 30 mila per 2500 corse totali. Nel 2019 le corse programmate dall’azienda di trasporto pubblico avrebbero dovuto essere 4432, ma quelle effettuate davvero sono state 3257, pari al 73% circa (comunque 39 mila chilometri). Facendo la proporzione con l’annata in cui le corse erano solo 8 al giorno, e calcolando anche i giorni di possibile maltempo o altre controindicazioni, mancano all’appello circa 400 corse, ovvero 28 giorni di servizio.

“Una su quattro non ce la fa”. I motivi possono essere molteplici. Più giorni di mare mosso. Più giorni di vento forte o altre condizioni di maltempo significative per la navigazione. Le imbarcazioni piuttosto vetuste del consorzio Liguria via Mare – il soggetto che gestisce il servizio per conto di Amt – che nel frattempo hanno accumulato un anno in più: la motonave Onda Azzurra, una delle tre utilizzate, è stata costruita nel 1986. Resta il fatto che oltre una corsa su quattro salta (1097 corse sono state cancellate per condizioni meteo marine, 78 per guasti tecnici). Nonostante questo, i passeggeri sono passati dai 105.556 del 2018 ai 112.631 del 2019, sintomo che il servizio è sfruttato, piace, è utile.

Perché non funziona, quando non funziona. Secondo i gestori del servizio, e secondo quanto spiegano dalla stessa Amt, la questione annosa è quella della progettazione di molo Archetti, a Pegli. E’ stato concepito senza tenere conto delle correnti di risacca. Questo rende difficili le operazioni di sbarco e imbarco dei passeggeri, che avvengono attraverso passerelle mobili, piuttosto strette e a inclinazione variabile a seconda della marea. I lavori di adeguamento di molo Archetti dovrebbero essere effettuati da Autorità portuale ma l’ente non ha in programma interventi a breve o medio termine e durante l’ultima commissione consiliare in Comune, sul tema, non era presente.

navebus porto antico

C’è però qualcos’altro che non quadra. Gli utenti troppe volte hanno ricevuto messaggi legati alle condizioni meteo marine avverse quando il mare era visibilmente piatto. Troppe altre volte si sono trovati in attesa di “battelli fantasma” perché il messaggio di corsa cancellata non era arrivato. Alcuni passeggeri abituali, sui gruppi creati sui social network, hanno notato come il servizio tenda a essere maggiormente regolare nei giorni in cui oltre ai genovesi e agli abbonati Amt si presentano in banchina turisti e non genovesi. Che pagano il biglietto andata e ritorno 8 euro anziché 3euro e 20. E che rendono il servizio molto più sostenibile da un punto di vista economico.

Conti in tasca. Durante la commissione consiliare dello scorso novembre, aggiornata a data da destinarsi, era emerso come il costo d’esercizio per il consorzio fosse in perdita di 120 mila euro. Questo nonostante nel 2018, come già sottolineato, siano arrivati 220 mila euro in più dal Decreto Genova (oltre a 70 mila messi da Amt e 100 mila dalla Regione Liguria).

Nel 2007, quando il servizio nacque e la gara era stata vinta dalla compagnia napoletana Alilauro, i fondi pubblici a disposizione ammontavano a 700 mila euro. Qualcuno ricorderà anche che la motonave “Celestina” fece un incidente nel suo primo giorno di servizio: non certo un grande esordio.

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Nel corso degli anni i fondi sono stati ulteriormente ridimensionati: 350mila euro, prima. 270 mila dal 2014. Nel frattempo dopo alcuni d’anni di gestione Alilauro, e parecchi problemi, i genovesi di Alimar e Cooperativa Battellieri del porto – poi fusi in Consorzio Liguria via Mare – vinsero l’appalto. L’ultima gara di cui esiste documentazione pubblica è quella relativa a un periodo di 8 mesi tra il luglio 2018 e il febbraio 2019: senza corse aggiuntive per via del crollo del Morandi l’importo a favore del consorzio sarebbe stato di 179 mila euro più iva, una cifra irrisoria se si pensa ai finanziamenti iniziali.

Oggi il servizio si sta svolgendo in proroga rispetto alle ultime procedure di gara. Una nuova gara dovrebbe essere effettuata a marzo. Dal Consorzio Liguria Via Mare, contattato da Genova24 e per voce del presidente Antonio Cirillo, non hanno fornito cifre ma hanno confermato che “per tenere in piedi il servizio è necessario un grande sacrificio”. Nel 2007 Amt aveva calcolato che il Navebus per non essere un servizio in perdita avrebbe dovuto trasportare 132 passeggeri a tratta. Oggi sono, in media, 34.

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