Il caso

Sanità, il Governo taglia fondi Pnrr per 1,2 miliardi: a rischio lavori su San Martino e Gaslini

Dirottate risorse del piano complementare, Regioni in rivolta. Il Pd: "Toti non batte ciglio". Gratarola smentisce: "Abbiamo chiesto l'abrogazione, parole fuori luogo"

monoblocco san martino

Genova. Col decreto Pnrr appena pubblicato in Gazzetta ufficiale il Governo ha dirottato 1,2 miliardi del piano nazionale complementare, fondi destinati a numerosi interventi antisismici e antincendio sugli ospedali, imponendo alle Regioni di utilizzare i fondi per l’edilizia sanitaria ex articolo 20. Una mossa che ha generato la rivolta della commissione Salute della Conferenza delle Regioni che ha chiesto un incontro urgente al ministro della Salute Orazio Schillaci.

Tra gli interventi finanziati con la misura Pnc Verso un nuovo ospedale sicuro e sostenibile figurano l’adeguamento antisismico del Monoblocco (oltre 8 milioni) e del padiglione Specialità del San Martino (quasi 4 milioni), ma anche il padiglione di psichiatria del Gaslini (costo totale 2,5 milioni di cui 1,6 coperti dal Pnc), ma anche lavori sulle strutture ospedaliere di Levanto, Lavagna, Sestri Levante e Arenzano. 

Ma intanto in Liguria scoppia la polemica. “Mentre la commissione Salute della Conferenza delle Regioni chiede un incontro al ministro contro la riduzione di 1,2 miliardi di fondi alla sanità, Toti tace e accetta passivamente i tagli che ancora una volta il governo impone al sistema sanitario. Con il nuovo decreto il Governo ha nei fatti tolto 1,2 miliardi dei fondi Pnrr destinati alla messa in sicurezza delle strutture ospedaliere. Una scelta semplicemente vergognosa”, attacca il capogruppo del Partito Democratico Luca Garibaldi commentando i tagli del governo al Pnrr per la sanità.

“Il fondo dell’edilizia sanitaria, a cui il governo dice di attingere, non è infinito e il rischio è di non realizzare interventi indispensabili – denuncia Garibaldi -. Toti per difendere le sue misure che privilegiano la sanità privata litiga con il governo, ma quando è messa in pericolo la sanità pubblica non batte ciglio e acconsente. Il presidente dica al governo che la norma va ritirata e che il finanziamento va garantito”.

“Ho partecipato in rappresentanza di Regione Liguria alla commissione Salute della Conferenza delle Regioni e, in piena sintonia con il presidente Giovanni Toti, ho condiviso la posizione di tutte le Regioni affinché si arrivi ad un’interlocuzione urgente con il ministro della Salute per abrogare le disposizioni normative del decreto”, replica sul punto l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola.

“In particolare all’unanimità le Regioni ritengono necessario che tale comma venga abrogato perché prevede la cancellazione di risorse già assegnate alle Regioni per 1,2 miliardi di euro per investimenti nell’edilizia sanitaria. Quindi le parole del consigliere regionale d’opposizione Luca Garibaldi non sono solo fuori luogo, ma soprattutto non corrispondenti alla realtà dei fatti“, conclude Gratarola.

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