Mossa

Regione, manovra da 63 milioni per coprire il buco in sanità. Il Pd: “Tagliati i fondi per le liste d’attesa”

La giunta dirotta i 35 milioni per la garanzia dei Lea a ripianare lo squilibrio delle aziende, Toti assicura: "Nessun taglio ai servizi"

Generico marzo 2024

Genova. Una mini-manovra da 63 milioni per coprire il disavanzo della sanità regionale: è la mossa che la giunta Toti porterà in Consiglio con un disegno di legge che parla esplicitamente di “squilibrio” delle proprie aziende e contiene in sé le contromisure finanziarie per colmare il buco, individuate in una serie di variazioni alle voci del bilancio previsionale 2024-2026. 

Per racimolare il “tesoretto” necessario la Regione utilizza due strade. La prima è l’adeguamento delle previsioni di entrata relative agli effettivi incassi per arretrati dell’Irap (3,6 milioni) e addizionale regionale Irpef (4,3 milioni), quindi maggiori entrate fiscali per somme già dovute, e rimodula il debito autorizzato per la copertura di investimenti pregressi, spostando 2,3 milioni dall’esercizio 2025 all’esercizio 2024. La seconda, ben più sostanziosa in termini di risorse, è una partita di giro all’interno del bilancio, con inevitabili tagli ad altri capitoli.

In particolare vengono dirottati 35,5 milioni di euro iscritti alla voce “finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei Lea” sul nuovo programma “ripiano di disavanzi sanitari relativi ad esercizi pregressi“. I restanti 28 milioni vengono prelevati da altre missioni tra cui sviluppo economico, politiche per il lavoro, agricoltura e pesca, istruzione e servizi istituzionali. Si tratta di investimenti che la legge in questione autorizzerà a coprire tramite nuovo indebitamento.

All’attacco il capogruppo del Pd Luca Garibaldi: “Pochi mesi fa Toti negava il buco di bilancio, poi l’ha minimizzato. Ha incolpato prima i direttori generali, appena rinominati, poi il Governo nazionale. Il tutto per non ammettere le sue responsabilità in una gestione della sanità fallimentare. Dal 2022 al 2023 il buco di bilancio della sanità ligure è raddoppiato, arrivando a 63 milioni. Per ripianarlo vengono cancellati i 35 milioni di euro che nello scorso bilancio erano stati promessi alle aziende sanitarie per garantire i livelli essenziali di assistenza, a partire dal recupero delle liste d’attesa, e che ora serviranno per colmare il buco. Così sarà per i 4 milioni tagliati all’agricoltura, i 2 in meno al lavoro, uno allo sviluppo economico e uno alla scuola. Oltre a una serie di altri tagli (tranne che sulla comunicazione) di cui sono ancora da verificare gli impatti”.

Nessun taglio ai servizi e garanzia dei Lea – replica subito il presidente Giovanni Toti, titolare della delega al Bilancio -. Il disavanzo, spia della situazione di sottofinanziamento da parte del Fondo sanitario nazionale che lamentiamo da anni, è coperto proprio per dare ai cittadini la certezza che il livello dei servizi sta aumentando e non subisce le regole economiche”. “I 35 milioni di fondi regionali erano già in origine destinati alla sanità, l’utilizzo sul 2023 anziché sull’anno corrente testimonia lo sforzo per la lotta alle liste d’attesa attraverso l’aumento delle prestazioni” aggiunge l’assessore alla Sanità Angelo Gratarola.

Le altre coperture – fa notare la Regione – derivano da “un’attenta revisione delle tempistiche di utilizzo delle risorse a cofinanziamento dei fondi UE, da maggiori entrate per arretrati fiscali, da risparmi sugli oneri del debito. Anche le spese di comunicazione sono state riviste nella logica della competenza finanziaria potenziata”.

Anche l’anno scorso la giunta Toti aveva prelevato i 35 milioni del fondo integrativo destinato alla ripartenza della sanità post Covid, impiegati a garanzia dei Lea, per ripianare il disavanzo nell’esercizio del 2022. Il fondo, istituito “per dare attuazione al piano di risposta al fabbisogno sanitario post Covid-19”, ammontava a 46,1 milioni nel 2021 e a 35 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2025.

Presentando l’ultima manovra di bilancio Toti aveva annunciato un piano da 50 milioni per abbattere le liste d’attesa e azzerare le fughe verso altre regioni. Finora sono stati spesi 7,4 milioni (già in pancia ad Alisa) per l’acquisto di 120mila prestazioni di diagnostica per immagini dalle aziende private. Il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi aveva annunciato poi gli importi delle prossime gare da assegnare entro maggio: la cardiologia (3 milioni), la chirurgia a media e bassa intensità (5 milioni) e soprattutto l’ortopedia (13 milioni). In totale 21 milioni di euro oltre a quelli già investiti.

“Continua il crollo della gestione sanitaria in Liguria, sotto la guida di Toti” che “sta portando al collasso la sanità pubblica: aumentano i disavanzi, diminuiscono i servizi e i futuri tagli rischiano di aprire una stagione ancora più complessa per i servizi sanitari e non solo. Il fallimento è totale e quest’ultima manovra ne è purtroppo l’ulteriore riprova”, aggiunge Garibaldi.

Il consigliere Garibaldi può stare tranquillo – conclude il Toti – i direttori generali sono stati chiamati a contribuire al buon esito delle azioni sanitarie aumentando l’efficienza e l’efficacia già dimostrate negli anni e non si registra nessun crollo della gestione sanitaria in Liguria che, al contrario, ha recuperato il livello di prestazioni del periodo pre-Covid “.

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