Cosa cambia

La stretta di Salvini, autovelox vietati sulle strade a 50 km/h: a rischio gli impianti in Aurelia

Senarega: "Non sono un bancomat, meglio i controlli con personale". I sindaci: "L'obiettivo non è fare cassa". A Genova un solo dispositivo coinvolto

autovelox

Genova. Dopo la direttiva sulle zone 30 il governo studia il giro di vite sugli autovelox, mentre il fenomeno Fleximan continua a colpire nel Nord Italia. Il ministro Matteo Salvini ha annunciato una “omologazione nazionale” perché “non può esserci il fai da te, non per salvare vite ma per fare cassa“. E ieri la deputata leghista Elena Maccanti ha anticipato che in un decreto ministeriale attualmente all’esame della Conferenza unificata ci sarà il divieto di installare impianti sulle strade a 50 km/h. Un altro emendamento prevede che, in presenza di più infrazioni sullo stesso tratto nel giro di un’ora, si paghi una sola sanzione aumentata di un terzo.

La riforma, se approvata in questi termini, non passerebbe inosservata nella città metropolitana di Genova. Diverse colonnine fisse per la rilevazione della velocità sono presenti infatti lungo tutta l’Aurelia, dove il limite di velocità, anche al di fuori dei centri abitati, è fissato pressoché ovunque a 50 km/h pur trattandosi di una strada extraurbana. Questi impianti – di cui in realtà solo una minoranza è in funzione tutti i giorni h24 – potrebbero diventare illegali entro qualche settimana.

“È un approfondimento che intendo fare, vorrei capire se c’è differenza tra i tratti interni ed esterni ai centri abitati – spiega Franco Senarega, consigliere delegato alla viabilità della Città metropolitana di Genova ed esponente della Lega -. Parliamo di un decreto che dovrebbe uscire a marzo, ma aspettiamo la pubblicazione in Gazzetta ufficiale per avere certezze. In generale credo che vada privilegiata la contestazione immediata rispetto agli impianti che inviano successivamente un verbale. Sarebbero meglio i controlli con personale che permettono di fermare le auto e accertare chi è alla guida, altrimenti poi è facile indicare la zia o la nonna per eludere la detrazione di punti dalla patente. Quindi ben venga una norma che faccia un po’ di chiarezza: va bene la sicurezza, ma gli autovelox non possono essere un bancomat per vessare gli automobilisti”.

Di fatto è la stessa linea tracciata da Salvini: “Per salvare vite vicino a scuole, ospedali, una curva pericolosa ci sta, ma piazzati dalla sera alla mattina su stradoni per tassare gli automobilisti hanno poco a che fare con la sicurezza. Il limite dei 50 in stradoni larghi larghi larghi lascio a voi giudicare se è per sicurezza o per fare alcune centinaia di multe al giorno”. E ancora: “Siccome gli automobilisti usano la macchina per andare a lavorare nel 90% dei casi, non per andare a fare una gita, gli autovelox fai-da-te piazzati all’angolo non per salvare vite ma per fare cassa non potranno essere messi“.

Nel 2018 sedici colonnine arancioni del tipo Velo Ok erano state installate in Aurelia tra Capolungo e Ruta di Camogli. Da quanto risulta, però, ad oggi questi impianti sono raramente in funzione, anche perché è necessario collegarli a un dispositivo specifico fornito da una ditta specializzata e in molti casi non è presente la segnaletica verticale prevista dalla legge. L’unico autovelox fisso che multa senza sosta tutti i trasgressori si trova a Pieve Ligure, nei pressi della stazione ferroviaria, su un tratto autorizzato dalla Prefettura in base all’elevato indice di incidentalità.

La stretta in arrivo non piace a Luca Pastorino, sindaco di Bogliasco e deputato del Pd: “Da una parte il governo si accanisce in maniera ideologica ed estremizzata sul codice della strada, dall’altra parte si limita l’autonomia dei Comuni. Io non sono un appassionato di autovelox a tradimento, tanto è vero che noi non ne abbiamo, ma fare cassa è un’espressione che non mi piace: non è che siamo contenti di ricevere cittadini che prendono multe. E comunque ogni amministrazione comunale deve poter fare scelte territoriali”.

Situazione simile sulla sponda occidentale della città metropolitana. Nel 2023 tre colonnine dello stesso tipo erano state installate dal Comune di Arenzano. “L’obiettivo non è fare cassa, in sostanza sono un deterrente – chiarisce il sindaco Francesco Silvestrini -. Da quando li abbiamo posizionati abbiamo notato una diminuzione della velocità media, quindi vuol dire che funzionano anche senza fare multe. È chiaro però che una volta ogni tanto vanno attivati, altrimenti i locali iniziano a ignorarli. Abbiamo acquistato un pacchetto di 6 giornate, pensiamo di usarlo quando inizierà la bella stagione. Ma non c’è nessuna crociata in atto”. E se diventassero fuori legge? “Pazienza, li smonteremo. La spesa è minima, in pratica sono scatole vuote”.

A Genova c’è un solo autovelox fisso su una strada a 50 km/h, quello posizionato lo scorso settembre sul rettilineo di via Polonio, a Bolzaneto. Gli altri tre impianti a rilevazione istantanea sono tutti in corso Europa, all’altezza di via Timavo (solo direzione levante), via Tagliamento e via Carrara (entrambe le direzioni), ma in questo caso il limite sale a 60 km/h.

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