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L’autunno troppo caldo ha prodotto un “esercito” di piccoli di riccio, appello di Enpa: “Serve cibo”

Nati tardivi, tra settembre e ottobre, a causa delle temperature sopra la media, ora sono troppo piccoli e gracili per affrontare l'inverno. Da qui la richiesta di aiuto del Cras

riccio

Genova. I cambiamenti climatici, è ormai ampiamente noto e dimostrato, hanno pesanti ripercussioni anche sulla fauna selvatica, e in Liguria a fare le spese di un autunno caldissimo sono stati i ricci: tanti quelli nati tardi, tra settembre e ottobre, e a dicembre troppo piccoli e gracili per poter affrontare il freddo, e così sono tantissimi gli esemplari che vengono trovati in fin di vita e portati al Cras gestito dall’Enpa a Campomorone.

Proprio dagli operatori del Cras è arrivato un appello per contribuire alla sopravvivenza di questi animali: “Ne stiamo ospitando tantissimi, tutti troppo leggeri per poter essere liberati e che passeranno l’inverno con noi a crescere e a ingrassare in attesa della primavera – spiegano – A loro si aggiungono altri esemplari, anche adulti, con diverse problematiche: parassiti, rogna, micosi, ferite causate da cani e decespugliatori”.

Al Cras “l’esercito” dei piccoli ricci ha trovato un rifugio e un luogo sicuro in cui trascorrere i mesi che li separano dalla primavera, ma per garantire loro un soggiorno confortevole, e una liberazione in sicurezza, c’è bisogno di cibo: “Ai ricci piace anche abbuffarsi e tutti assieme sono un plotone di mandibole inarrestabili – spiegano gli operatori del centro – Per questo vi chiediamo ancora una volta aiuto, pescando dalla nostra wishlist di Amazon: potrete acquistare soprattutto cibo umido e tarme della farina essiccate, per contribuire al mantenimento di queste piccole mietitrebbie spinose”.

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