Prospettive

Invecchiamento, la ricetta della Cgil: “Gli anziani siano una risorsa, Genova città laboratorio”

A Palazzo Ducale il convegno del sindacato dei pensionati "La città che cambia. Una nuova cultura dell’invecchiamento"

spi cgil

Genova. L’allungamento della vita in termini quantitativi, accompagnato da una sua migliore qualità, ha caratteristiche di novità con conseguenze positive e negative. La popolazione decresce ma aumentano i longevi: si calcola che fra vent’anni le persone con più di 65 anni saranno il 33,6% della popolazione, nel 1960 erano il 9%, oggi siamo al 24. Il 55% vive nelle città e la tendenza è rivolta all’aumento. A Genova il 33% degli over 65 vive solo (nel centro storico la media supera il 40%) e l’importo medio delle pensioni di vecchiaia è di 1.300 euro lordi e quelle di reversibilità non arrivano a 800 euro.

“Siamo di fronte ad un bivio: o lasciare che il mercato regoli tutto e aumentino le solitudini, la non autosufficienza e la povertà (che spesso ne è la conseguenza) oppure provare a mettere in campo azioni che considerino gli anziani come una risorsa e non come un peso”, riflette Ivano Bosco, segretario generale Spi Cgil Genova e Liguria a margine del convegno organizzato oggi dallo Spi a Palazzo Ducale dal titolo La città che cambia. Una nuova cultura dell’invecchiamento.

Nonostante la realtà demografica, denuncia il sindacato, “si assiste alla riduzione di investimenti nel welfare: i tagli agli enti locali continuano anche con questo Governo che con la legge di stabilità taglia 600 milioni di euro a Comuni e Regioni. Il tentativo di trasformare le città a misura di anziano quindi parte in salita”.

L’iniziativa di oggi ha provato a ribaltare questo accostamento negativo che vede l’anziano come un problema e non come una risorsa, favorendo una riflessione collettiva su come vive una generazione che, per la prima volta nella storia, ritiene di avere energie, esperienza e cultura da mettere a disposizione della comunità.  Ma anche di come la città è pronta ad affrontare una simile sfida: dal punto di vista abitativo, della fruizione dei servizi, della mobilità e persino di proposte sportive e culturali.

“Il terreno su cui agire è quello innanzitutto nell’individuare, in un territorio e anche nei singoli quartieri, quali siano le condizioni urbane, ambientali, sociali capaci di stimolare percorsi di invecchiamento attivo in grado di produrre benefici sul singolo e sulla comunità – ha commentato Bosco – però significa parlare di politiche dell’abitare, perciò di casa, di riqualificazione del patrimonio edilizio, di nuovi sistemi di costruzione, di utilizzo della domotica, di barriere architettoniche che possono essere presenti sia nell’abitazione che nel condominio, di accessibilità ai servizi”.

Le conclusioni della giornata sono state affidate al Segretario Generale Spi Cgil Ivan Pedretti.

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