Eccellenza

Tumori endocrini: al San Martino la nuova terapia che “isola” e annienta le cellule maligne

Nei primi mesi del 2024 al policlinico i pazienti potranno sottoporsi alla terapia con radioligandi, che sta rivoluzionando la cura del cancro grazie all'estrema precisione

pronto soccorso san martino, ambulanze

Genova. L’ospedale Policlinico San Martino, unico centro ligure dotato di ciclotrone, macchinario con cui si producono radiofarmaci per marcare le cellule tumorali, si conferma centro di eccellenza per diagnosi e cura e modello di riferimento regionale per il trattamento dei tumori endocrini.

A sancire definitivamente il primato sarà l’avvio, nei primi mesi del 2024, della terapia con radioligandi, che sta rivoluzionando la cura del cancro a partire dei tumori neuroendocrini (NET). La terapia con radioligandi è la nuova frontiera della medicina di precisione in ambito medico-nucleare, in grado di ‘taggare’ e colpire insieme le cellule tumorali, distinguendole selettivamente da quelle sane, senza danneggiarle. I radioligandi sono “killer di precisione“, capaci di individuare le cellule tumorali più nascoste, ovunque si trovino e di annientarle una per una. Il radioligando è composto da due elementi: una molecola “ligando”, cioè un vettore in grado di riconoscere e legarsi alle cellule tumorali che, nella fase terapeutica, viene “agganciata” a un isotopo radioattivo trasportato direttamente sulle cellule malate. Raggiunto il bersaglio finale l’isotopo irradia selettivamente le cellule tumorali, provocandone la morte.

“È un cerchio che si chiude con la presa in carico a tutto tondo dei pazienti che potranno essere seguiti internamente alla struttura in tutto il loro percorso: dalla diagnosi, alla scelta terapeutica e all’esecuzione del trattamento – ha detto Manuela Albertelli, Endocrinologa del Policlinico e Ricercatore dell’Università degli Studi di Genova – I NET sono un gruppo eterogeneo di neoplasie che possono insorgere in molti distretti e organi diversi, con sintomi variabili, a volte silenti, che li rendono non facilmente individuabili”.

Si tratta di neoplasie a bassa incidenza, con 4-6 casi ogni 100mila abitanti, che corrispondono a circa 2.700 nuove diagnosi stimate in Italia ogni anno e circa 60-100 nuovi casi nella nostra Regione, ma, data la lunga sopravvivenza, il numero totale di pazienti affetti è molto più grande, tanto da arrivare ad essere nel tratto digerente la seconda neoplasia per frequenza dopo il cancro del colon- retto. Nel 40-50% dei casi viene diagnosticata con molto ritardo, spesso in fase metastatica, quando la malattia non è più curabile con la sola chirurgia. Per questi pazienti una delle armi più efficaci a disposizione è proprio la terapia con radioligandi, seppur accessibile soltanto come seconda linea di trattamento, quando la malattia progredisce dopo aver fatto gli analoghi della somatostatina”.

“Si tratta di una terapia target di ultra-precisione, ‘cucita’ addosso al paziente, che unisce un’elevata efficacia, sicurezza e tollerabilità ad una tossicità contenuta – aggiunge Matteo Bauckneht, Medico Nucleare del Policlinico e Ricercatore dell’Università degli Studi di Genova – Il beneficio più rilevante della terapia RLT è la fortissima efficacia in termini di sopravvivenza libera da progressione di malattia che è in grado di offrire al paziente, con una riduzione dell’80% del rischio di morte o progressione, cioè di crescita della neoplasia. Tutto ciò a fronte di una tossicità minima e ben tollerata con un impatto molto favorevole sulla qualità di vita”.

“Fulcro della terapia con radioligandi è il team multidisciplinare perché la cura può esser erogata solo mettendo insieme molte competenze specialistiche diverse – conclude Manuela Albertelli -.Ciò significa avere un gruppo di specialisti, dedicati ad una patologia specifica, che discute assieme ogni caso anche rivedendo insieme la diagnostica per immagini, così da offrire al paziente il miglior percorso di diagnosi e cura fin dal principio. Il team multidisciplinare sceglie in ogni momento della storia clinica del paziente la terapia più adatta al paziente, al tumore e all’obiettivo clinico che si vuole per seguire per quel paziente in quel preciso momento. Un team già istituito al San Martino da anni, e coordinato dalla Dr. Stefania Sciallero per assicurare una corretta presa in carico dei pazienti NET, e che negli ultimi anni ha già seguito molti pazienti da trattare con la RLT collaborando con altri ospedali regionali”.

 

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