L'attacco

“Non è stato un incidente”: polemiche su runner e ciclisti ‘distratti’ nella campagna della Regione sulla sicurezza stradale

La consigliera della Lista Sansa, Selena Candia, punta il dito contro la rappresentazione dei corridori e dei biker nei filmati di sensibilizzazione: "Vengono colpevolizzati"

Generico ottobre 2023
Genova. “La campagna ‘Sicurezza Stradale 2023‘ della Regione è deleteria: anziché puntare il dito contro i principali responsabili degli incidenti sulle strade di Genova e della Liguria, ovvero chi viaggia a velocità sostenuta su auto e moto, vengono colpevolizzati soprattutto i più fragili della strada, ciclisti e pedoni”.
Ad attaccare la recente campagna lanciata dalla Regione in tema di sicurezza stradale è la consigliera regionale della Lista Sansa, Selena Candia: “Sensibilizzare i cittadini sui pericoli della strada, e in particolar modo sulla distrazione alla guida, ci trova concordi – sottolinea Candia -. Tuttavia non possiamo che rimanere sconcertati da una campagna che punta il dito contro le vittime dell’insicurezza stradale, come ciclisti pedoni, persone che scelgono di spostarsi in modo sostenibile e che tutti i giorni rischiano di rimanere coinvolti in pericolosi scontri stradali sulla carreggiata, ma anche sugli attraversamenti pedonali, con il semaforo verde a favore, sulle strade pedonali, sulle piste ciclabili e ormai anche sui marciapiedi”.
La campagna è stata lanciata qualche giorno fa, ed è caratterizzata dallo slogan “Non è stato un incidente“. La Regione ha spiegato che “le scene brevi ma dal forte impatto emotivo”, hanno l’obiettivo di “sensibilizzare gli spettatori, soprattutto i più giovani, su una corretta percezione del rischio e di rendere le persone maggiormente consapevoli dei comportamenti corretti da adottare in strada”. Nella campagna lo slogan “Non è stato un incidente” è associato a scene in cui si vede l’automobilista che si distrae guardando lo smartphone, il runner che attraversa distratto dalla musica nelle cuffiette, la ciclista distratta dall’arrivo di un messaggio sul cellulare. E su queste ultime due scene si sofferma Candia.
“Chiederò con un’interrogazione in Consiglio regionale come mai sia stato scelto questo messaggio per la campagna, ignorando le reali cause degli scontri che quotidianamente avvengono sulle strade della Liguria – sottolinea la consigliera regionale -. Recentemente con una mia interrogazione sul tema abbiamo scoperto che Genova è la città italiana con più incidenti stradali per numero di abitanti e in Liguria ogni 100 incidenti ci sono 3,2 morti. Dati che ‘costano’ alla Regione 7,5 milioni di euro a livello sanitario per gestire le emergenze causate da tutti questi scontri stradali”.
“Il primo passo da fare è la ‘Città 30‘, ovvero un tipo di città dove la velocità massima è di 30 km/h, con strade più sicure, verdi e con meno rumore. A misura di bambini e bambine, e quindi di anziani e disabili, insomma, di tutti i cittadini – conclude Candia – I numeri parlano chiaro. Essere investiti da un’auto a 30 all’ora è come cadere dal primo piano: 9 volte su 10 ti salvi. Essere investiti da un’auto a 50km/h e oltre è come cadere dal terzo piano: 8 volte su 10 si rischia di morire”.
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